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Basta un sìA pochi giorni dal voto referendario, mi è naturale ripensare”al prima”, cioè al vissuto della lunga esperienza del Comitato del Sì monzese e al dopo… cosa può succedere il fatidico 5 dicembre.

Faceva caldo… molto caldo, quando iniziò l’avventura referendaria.

 

Il voto era preannunciato per inizio settembre e l’attivismo dell’Anpi e dei Comitati del No ci aveva messo un bel po’ d’ansia… anche perché all’inizio, guardandoci intorno l’aria non era buona: poche le persone e un partito diviso con difficoltà organizzative e di motivazioni. Tante le cose da fare: mettere in piedi un Comitato che andasse oltre il Pd, darsi un’organizzazione, raccogliere firme a sostegno del quesito referendario e iniziare a farci a vedere nelle piazze.

Quando Maurizio, Francesca e Zelindo iniziarono “la chiamata”… in realtà ci si presentò in pochi e con un lavoro immane da fare. Il vento (metaforico) era decisamente contro, nella percezione anche dell’opinione pubblica. No non ce la faremo mi dicevo… dall’altra sì… questa è una battaglia politica che val la pena di fare!

Già nei mesi estivi, le prime positive sorprese: le firme raccolte a livello locale e nazionale avevano raggiunto il quorum (a differenza di quelle del NO!), pian piano aumentavano le persone disponibili a dare una mano, in piazza ci eravamo ogni settimana e il Comitato si era formato e si dava una propria organizzazione.

La ripresa autunnale, con l’inaugurazione della Sede di via Buonarroti e del Comitato per il Sì , la riuscita iniziativa con Violante e finalmente, la fissazione della data referendari, diedero a tutti il necessario “gas” in termini di presenze e motivazioni.

Del film di questi mesi riporto qui solo alcune immagini “personali” rimaste impresse: la guida, presenza, abnegazione di Maurizio – la creatività e la passione di Francesca e di Luca – la determinazione del “partigiamo Zelindo” – il silenzioso contributo dei giovani Stefano e Matteo – la chiarezza e la lucidità sui contenuti di Davide – il rientro dell’altro Stefano, motivato ed efficace - la disponibilità e capacità di Mimmo, in giro come una trottola a sostenere le ragioni del Sì, nei difficili confronti con quelli del No – il coraggio di Roberto (il Sindaco) ad esporsi pubblicamente in una situazione difficile - la presenza costante di Cleo e Vally e gli altri ai Gazebo – lo smanettare notturno di Alessandro e Mariella sul web… e certo ho dimenticato molti dei protagonisti di queste esperienza e me ne scuso con loro.

Il che dimostra, che anche nella tanto vituperata politica, si trovano ancora persone che con coraggio e impegno fanno un servizio alla democrazia e al proprio territorio.

Perché ho voluto ricordare queste immagini personali? Perché l’esperienza fatta è un patrimonio che non va disperso dopo il 4 di Dicembre… che vinca il sì o che vinca il no.

Un patrimonio di più di 90 adesioni, di una trentina di persone attive, di un Pd presente “senza bandiere” ma che sembra esserci e lavorare meglio quando si apre anche a chi come nel Comitato del Pd non è.

La futura scadenza elettorale del 2017, sarà di certo condizionata dal risultato referendario dentro e fuori il Pd ma non si potrà che ripartire, anche da questo patrimonio di persone, idee e organizzazione.

E dopo?

Se è vero che la campagna per il Sì, anche a Monza, è stata improntata sui contenuti e su modalità non polemiche, per mettere in condizione i cittadini di votare a ragion veduta… se è vero che il 5 dicembre non ci sono previsti nel meteo della politica: tsunami o terremoti è anche vero che alla vigilia del voto, gli elettori alcune considerazioni sull’eventuale vittoria del No, sono chiamati a farle.

Quale impatto politico con l’Europa e con l’economia?

Non possiamo saperne le dimensioni ma è probabile che: l’Unione Europea si troverebbe a confrontarsi con il sesto diverso Primo Ministro italiano da quando c’è l’Euro – l’Europa politica, già scossa da nuovi populismi, moti di separazione e disgregazione ne riceverebbe un altro colpo – La politica economica europea, che negli ultimi anni chi come l’Italia (la principale nazione che ha posto il tema della crescita e degli investimenti) si troverebbe ancora più isolato, così come riguardo alle politiche migratorie.

Quale impatto con la Governabilità e stabilità?

Anche qui non abbiamo “la sfera di cristallo” ma non bisogna essere degli Otelma, per non capire che si rischi con il No, una caduta del governo o un suo rimpasto – governi tecnici o di larghe intese (queste sì!).

Una legge elettorale completamente da rifare dove il “pacchetto di maggioranza” (Forza Italia+M5Stelle) ci vuole fare ritornare al proporzionale della Prima Repubblica espropriando (questo sì!) gli elettori di poter decidere con il voto quale sia il tipo di Governo per il paese.

Si è parlato molto in questi giorni di rischio d’instabilità… paradossalmente l’Italia con i 50 governi in 60 anni ha dato continuità al suo modo di essere… cioè un paese che “stabilmente” sceglie di lamentarsi ma non di risolvere i problemi.

Nell’urna del 4 Dicembre oltre al merito dei perché Si a questa riforma… riflettiamo anche sui rischi del dopo, affinchè non ci si lamenti dopo delle scelte sbagliate fatte prima.

Buon voto.

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