Il Parco di Monza è un bene di grandissima importanza per la città, ma per decenni non è stato valorizzato adeguatamente.
Se infatti pensiamo ai suoi simili in Europa e nel Mondo (Tiergarten, Hyde Park o Central Park per citare qualche esempio), ci accorgiamo del differente approccio riguardo la fruizione di questi spazi: concerti, festival, mostre, eventi culturali e incontri di rilievo internazionale.
Il Nostro Parco è certamente un bene storico-culturale e come tale va preservato, ma è e rimane un parco urbano e non una riserva naturale: molte delle grandi manifestazioni sopraccitate sono tranquillamente compatibili con la sua natura e, anzi, possono permettere una sua migliore valorizzazione e tutela.
Il recente concerto di Manu Chao ha dimostrato che un evento da circa 35mila persone può essere gestito senza particolari problemi. Non siamo più nell’89 infatti: sono ormai numerosi gli organizzatori esperti nella gestione di grandi manifestazioni in contesti simili. Ed è così che nel giro di poche ore di rifiuti, di sporcizia e di quant’altro che un concerto si porta dietro non ce n’era più traccia.
Comprendo lo scetticismo di alcuni cittadini, ma non posso non invitarli a vedere questa “novità” come un’occasione imperdibile per il nostro Parco: l’opportunità di farlo conoscere a livello internazionale, di preservarlo seriamente senza abbandonarlo a se stesso per via delle scarse risorse a disposizione.
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