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elezioniL’esperienza delle elezioni delle Regionali confermano che viviamo non nella realtà ma in quella “fatta percepire” dai nostri media. Secondo giornali e talk le Elezioni le avrebbe perse il Pd! In due anni il Pd ha vinto 10 regioni e il centrodestra solo 2.

Si è fatto “processo” alle sconfitte del Pd in Liguria e Veneto. In Toscana, Puglia, Campania, Marche e Umbria come se non si fosse votato.

E ancora: “crollo del Pd dal 40% al 25%” (neanche ai tempi di Bersani!), in realtà il Pd e liste a sostegno dei presidenti Pd (il 12%) raccolgono il 37%. Leggi qui

Ha vinto la Lega ed è un dato di fatto ma ha il 20%: han vinto i 5 Stelle che però scendono al 15%, perdono quasi 2 milioni di voti e non governano in nessuna regione.

Di Forza Italia , un partito che era in passato il 35%... oggi è al 13%, per il talk non è esistita. La Sinistra radicale, la cosidetta  alternativa di governo al Pd continua ad essere tra il 3 e 4%. Non pervenuta nessuna riflessione!

Vuol dire che per il Pd è andato tutto bene? No! I due milioni di voto persi in assoluto, in gran parte da elettori astenuti, dimostrano che i problemi ci sono.

Iniziamo però a dire ai nostri elettori la verità: è andata bene! Solo la nostra incurabile capacità di "farci sempre del male" ci impedisce ancora una volta di festeggiare..

Le Elezioni: Il contesto

In tutta Europa nelle ultime elezioni nazionali vince il vento delle destre e dei movimenti populisti, razzisti e antieuropei e la sinistra perde terreno.. In tutti i paesi chi governa perde le elezioni, a prescindere che abbia governato bene o male. L’aver contenuto in Italia questa riduzione del consenso non è cosa da poco.

La domanda da porsi semmai è questa: in questo quadro politico, dove i movimenti antisistema avanzano anche in Italia, possiamo permetterci di aprire nuovi “Laboratori politici alternativi” al Pd? Possiamo permetterci di favorire come in Liguria, la vittoria delle destre?

Le politiche di riforme del nostro Governo, nella loro radicalità (condivise o meno), hanno incontrato forti resistenze al cambiamento da parte di ampi settori della nostra società. Molto più facile è stato per i “signor no” costruire il consenso nell’elettorato.

Nella “percezione” degli italiani, hanno pesato di più le paure di rom e profughi della Lega e i “sono tutti ladri uguali” dei 5stelle… piuttosto che i provvedimenti governativi contro le ecomafie e criminalità organizzata, ripristino falso in bilancio,’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato riducendo il precariato, superamento dei finanziamenti ai partiti, taglio delle province e dei vitalizi.

Negli ultimi giorni elettorali è passato lo slogan leghista e 5stelle. “pensioni retroattive per tutti” (poveri e ricchi!) , piuttosto che il farsi carico delle fasce deboli ed evitare che un buco di 18 miliardi di euro avrebbe portato una voragine economica nel paese..

Le elezioni regionali in "un paese normale", dovrebbero essere centrate sul voto legato alla propria Regione. In Italia invece le elezioni locali si trasformano sempre in una “resa dei conti” nazionale

Il Pd ha pagato anche i suoi errori.

L’immagine e la sostanza di un partito diviso e litigioso:

  • in parlamento (dopo aver deciso al proprio interno) si vota in maniera diversa, facendo venire a mancare “il principio di maggioranza”

  • i risultati delle primarie non si rispettano,  anche quando sono validate dalle commissioni dei garanti; chi ha perso dovrebbe sostenere chi ha vinto, come a Venezia, a Monza e nelle altre Regioni...così non è avvenuto in Liguria, da parte dei “fuoriusciti” Cofferati e Civati (in parte responsabili della sconfitta) e anche all’interno dello stesso partito ligure (voto disgiunto su Pastorino). Così si rischia di svuotare le primarie nella loro credibilità futura.

  • nelle recenti tornate delle primarie, si conferma che comunque non è più rinviabile una loro“revisione. Il il rischio di strumentalizzazioni e mancanza di regole chiare è reale. E’ in gioco la stessa futura esistenza di questo importante strumento di partecipazione.

  • sui giornali, fino al giorno prima delle elezioni, leader autorevoli della minoranza Pd hanno continuato nello loro sport preferito: lo “sparare sul piano (il Pd) e sul pianista (Renzi)”

L’ astensionismo e la disaffezione al voto è molto grave.

Questo problema non riguarda solo il Pd ma anche il Pd che non può rimuovere la gravità di questo fenomeno per la nostra democrazia..

Il Partito che (rischia) di non esserci.

La mancanza del rispetto a tutti i livelli del “principio di maggioranza” fa diventare il Pd una “giungla”ingovernabile, con diversi partiti nel partito.

Da quando Renzi è Segretario, il partito inteso come una realtà complessa, plurale e territoriale, rischia di scomparire.

Il Doppio incarico (forse) ma soprattutto la mancanza (certa) di una idea chiara sul quale partito e quale iniziativa politica è necessaria nel paese e neiterritori, credo siano le principale responsabilità da addebitare al Renzi Segretario.

Le elezioni hanno “suonato la campanella” per tutti:  Segretario, maggioranza e minoranza del partito.

Non è più rinviabile la ridefinizione di una partito che tenga insieme necessità di decisione con possibilità di partecipazione reale.

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