Renzismo come rottura o come evoluzione della storia dei nostri partiti del novecento? La risposta a questa domanda condiziona il comportamento di tutti noi. Io propendo per l'ipotesi evolutiva e penso che questa evoluzione fosse necessaria e non più rinviabile. Gli schemi ideologici da cui proveniamo non sono più applicabili tout court. I principi di fondo si sono fortemente mescolati e alcune idee sono morte.
Parecchi di noi si sentono ancora "comunisti" ma chi di loro vorrebbe una statalizzazione dei mezzi di produzione? Quasi tutti diciamo che il mercato non deve essere il valore dominante ma come garantire il minor costo dei servizi che la collettività usa se non affidandosi al mercato? (Ischia docet ...) E chi di noi accetta ormai di essere trattato come un elemento della massa e non come una singola persona con i suoi desideri e i suoi bisogni specifici? E ancora come conciliare l'ormai riconosciuta finitezza delle risorse del nostro pianeta con l'idea di garantire tutto a tutti? Io sono nato e cresciuto a Bologna e mia madre tuttora vive nella mitica Bolognina.
Bene, fa male al cuore vedere com'è ridotto questo quartiere. In esso sono evidenti le due emergenze sociali verso cui la nostra società sta andando: l'invecchiamento della popolazione e l'integrazione di un grande numero di persone provenienti da altri paesi e altre culture in un contesto economico in forte difficoltà. Cercando analisi della situazione di Bologna ho trovato che il caso della Bolognina è un caso di studio da diversi anni (per esempio "Il-caso-della-Bolognina2.pdf" consultabile a questo link.
Quello che vedo alla Bolognina mi fa temere che un approccio ideologico al tema dell'integrazione multiculturale produca problemi sociali e finisca per rivoltarsi contro di noi dal punto di vista politico. Se penso agli USA e alle affermazioni di Obama, ovvero che l'immigrazione rappresenta per gli USA anche una ricchezza economica, mi viene il dubbio se ciò non sia favorito da un contesto sociale ed economico che garantisce opportunità ma chiede a tutti il massimo dell'impegno.
Quale "contratto sociale" noi proponiamo ai nuovi cittadini provenienti da altri paesi? Possiamo pensare di estendere un modello di welfare nato quando la società era statica e omogenea? Allora, tornando alla domanda iniziale, cos'è il renzismo? Sia ben chiaro che non sto parlando della persona di Matteo Renzi, i cui comportamenti ed atteggiamenti possono anche risultare sgraditi.
Secondo me il renzismo è il tentativo di conciliare alcuni nostri principi fondamentali con la assoluta necessità di navigare in mare aperto alla ricerca di soluzioni praticabili oggi, nella nostra società e soprattutto in quella dei nostri figli.
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