I principali quotidiani nazionali e i tg di questi giorni aprono con notizie sulla Presidenza Italiana del Semestre Europeo: soltanto bei discorsi o una grande occasione da non sprecare? La risposta giusta potrebbe essere: DIPENDERA' SOPRATTUTTO DA NOI. Dal 1 luglio al 31 dicembre l'Italia è il Presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea, il tavolo attorno al quale siedono i capi di governo dei diversi paesi.
Il Governo Italiano è il responsabile dell'agenda del Consiglio e deve presiederne le riunioni: in pratica, ha il compito di decidere gli argomenti da trattare, fissare i tempi per la discussione, mediare con diplomazia tra le parti per approdare, in modo efficace ed efficiente, ad un'intesa comune.
Un ruolo cruciale, anche se lo spazio di manovra si è ristretto dopo il 2009, anno nel quale è entrato in vigore il Trattato di Lisbona.
Da allora esiste un Presidente permanente del Consiglio, con un mandato quinquennale, e un Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.
Industria, Giustizia, Ambiente, Interni, solo per citarne alcuni, sono rimasti ambiti di competenza del Presidente di turno che gioca un ruolo chiave nel processo di codecisione e successiva approvazione di quelle direttive comunitarie che sono alla base di circa il 75% della legislazione nazionale.
Per "cambiare verso all'Europa", il Governo deve dunque attuare un dialogo costante e costruttivo con gli attori principali dei diversi settori coinvolti, ad esempio il mondo delle piccole-medie imprese, che ormai da anni sopravvivono in attesa della mitica crescita.
La presidenza di un semestre comporta una grande visibilità e un forte impatto a livello di immagine, ma anche un enorme sforzo organizzativo: l'Italia dovrà preparare e coordinare oltre 200 meeting, che comprendono riunioni formali e informali del Consiglio e vertici tra Ue e altre nazioni.
Molti di questi saranno ospitati a Milano, per lanciare la volata a Expo 2015.
Il calendario prevede anche numerosi "eventi collaterali": mostre, spettacoli, incontri con la società civile.
Questo nostro semestre appena cominciato ha una caratteristica particolare: dura in realtà molto meno di 6 mesi!
Si è aperto in coincidenza con la nuova legislatura del Parlamento UE e con le faticose nomine dei nuovi vertici europei: i mesi di lavoro effettivo sono dunque pochi, anche perchè in agosto "liberi tutti!".
In questo poco tempo non sarà facile chiudere le discussioni, ma sarà fondamentale muoversi con decisione e concretezza su fronti caldissimi, come l'occupazione.
Un altro importante effetto Lisbona è il fatto che "non balliamo da soli": dal 2009 è stato istituito un coordinamento tra le presidenze semestrali a gruppi di tre ( il cosiddetto "trio"), che devono elaborare un programma condiviso di diciotto mesi per l'attività del Consiglio.
I nostri due compagni di lavoro sono Lettonia e Lussemburgo, mentre il successivo terzetto sarà formato da Olanda, Slovacchia e Malta: tutti paesi piccoli con minor potere di influenza sulle grandi scelte.
L'impostazione data dalla Presidenza Italiana potrà quindi dare un indirizzo preciso e duraturo al futuro dell'Europa, anzi delle 3 individuate nel programma del semestre:
- L'EUROPA DELLA CRESCITA, dell'occupazione, di una politica industriale, energetica e digitale coordinata
- L'EUROPA DEI CITTADINI, delle libertà e della giustizia
- L'EUROPA NEL MONDO, della risposta alla questione dell'immigrazione, dello sviluppo sostenibile, del cambiamento climatico.
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