A un anno e poco più dall’elezione di Papa Francesco il mondo sembra cambiato, la speranza sembra rinata e l’emancipazione degli ultimi sembra non essere più un'utopia. A noi credenti sembra di ritrovare la chiesa che forse avevamo disperato di ritrovare, per i non credenti parole che mettono in dubbio le loro certezze di poter fare a meno di un Dio.
L’accento sul mondo perché, da Papa, Francesco per molti è un papà. Con i suoi gesti ci protegge con un vecchio padre sapiente, con il suo coraggio ci presenta dei quesiti cui non possiamo sfuggire.
In poco tempo oltre ad averci avvicinato a Lui con quel “buonasera”, ci ha riproposto la tenerezza dicendoci che questo mondo spesso se ne vergogna ! Ci ha mostrato quanti crocefissi e quante periferie sono vicine a noi, all’angolo della strada, quanta ingiustizia ci sia da combattere in questo mondo sbagliato.
Io, che assieme a tante altre persone mi occupo di lavoro in questo partito, posso vedere ogni giorno come il messaggio di Francesco sia disatteso nei comportamenti delle centinaia di management che ragionano solo con l’idolo profitto, nella lontananza più assoluta di un Dio.
Francesco ha usato le parole “esecranda bramosia” per queste persone e queste multinazionali, ci ha ricordato che “il grande vecchio”, termine molto usato negli anni 70-80 per definire quell’entità sconosciuta che manovrava i destini del mondo, esiste veramente. Si chiama “DENARO” idolo falso e subdolo, ricordandoci che il DENARO non perdona nessuno, si occupa di punire anche i suoi migliori seguaci.
Capite bene che il richiamo alla giustizia sociale, all’accusa verso chi si occupa solo di incrementare il proprio capitale, il rimprovero verso chi guadagna cinquanta o cento volte quello che percepiscono i lavoratori, diventa un messaggio rivoluzionario.
Ieri sentivo i vari santoni della sinistra che dicevano che Francesco non è un rivoluzionario, ma un riformista! Può essere, ma di questi tempi le parole e gli insegnamenti di Francesco sono rivoluzione.
Accusato di comunismo? Solo gli stupidi o i conservatori di certi status possono liquidare la rivoluzione di Francesco con una soluzione di berlusconiana memoria.
Per noi che, come PD, rappresentiamo un certo mondo, con certe aspettative di futuro, non può che essere linfa vitale. Forse le parole e gli insegnamenti di Francesco illumineranno anche le nostre menti lasciando da parte vecchie divisioni che fanno solo male al Pd e all’Italia. Un Europa giusta, equilibrata, dove è il bene dei cittadini a dettare il governo e non le lobbies del male ci mette al centro di un progetto futuro che non può che essere migliore per le generazioni a venire.
Basta misurarsi sul profitto, sul costo del lavoro, sui sud del mondo e su tutti retaggi folli che ci portiamo dietro dagli anni '80 in qua.
Francesco rivoluziona la chiesa romana caduta nell’oblio da anni: oggi l’esempio è la sobrietà, la povertà. Ricordo la critica ai sacerdoti e alle suore che viaggiano su auto ultimo modello, accompagnati dalla parola “vergogna” del Papa, papà di questo nuovo mondo.
Viviamo nel secolo post ideologico dove l’unico idolo da inseguire è stato il “DENARO”, era far soldi a qualsiasi costo senza pensare che esiste anche un domani (esempio più eclatante la “Terra dei Fuochi”). Oggi, la rivoluzione di Francesco passa nelle menti di ciascuno di noi e il futuro passa attraverso noi.
Chi è credente sa che Francesco non è arrivato per caso, ma ci è stato donato da Dio; chi non è credente riconoscerà nelle parole di Francesco quel cammino che dentro di sé ha sempre sognato da uomo libero e onesto.
Report