Caro Renzi,
la confusione che si sta generando sul tema della tassazione degli immobili mi ha profondamente deluso, in particolare per le complicazioni che pare stiano nascendo.
Sono un elettore tendenzialmente di destra, per sfiducia sulla sinistra, ma ideologicamente sono socialista perchè mi sta a cuore il benessere di tutti, e quindi ho appoggiato la tua candidatura, e credo che molti abbiano fatto questa scelta.
Vorrei allora esprimerti quali, secondo me, sono gli obiettiivi della politica, che sono essenzialmente 3:
- efficienza dei costi della spesa pubblica, cioè Stato, Regioni, Comuni
- equa ripartizione della tassazione
- efficienza della Magistratura.
Tutto il resto viene di conseguenza.
1. Efficienza dei costi della spesa pubblica significa, non tanto ridurre i costi, in quanto questo comporterebbe probabilmente aumento della disoccupazione, o riduzione dell’assistenza sociale, o non fare quegli inteventi di prevenzione sul territorio che sono invece investimenti necessari per evitare l’insorgere di costi futuri, di cui abbiamo tristi esperienze ogno anno, ma rendere i costi veramente utili. Quindi eliminazione delle abbondanti prebende (sia durante che dopo la legislatura) distribuite ai politici che sono totalmente inutili, non avendo obiettivi concreti, quindi abolizione delle Provincie in quanto le funzioni sono assorbibili dalle Regioni (le Province servono solo a identificare la provenieza delle auto). I menagers pubblici dovrebbero avere un 30-40% del proprio stipendio vincolato al raggiungimento degli obiettivi assegnati misurabili in termini di riduzione dei tempi di realizzazione delle attività, quantità di attività svolte, ecc. Anche i loro capi, cui spetta il compito di assegnare gli obiettivi, dovrebbero avere una analoga composizione dello stipendio. Se poi non si riuscisse ad individuare degli obiettivi, molto probabilmente le fuzioni svolte possono essere soppresse ottenendo forse uno snellimento delle procedure che ostacolano lo sviluppo dell’imprenditoria.
2. Equa ripartizione della tassazione significa rispettare il dettato costituzionale per cui i costi di cui sopra gravino sulle famiglie proporzionalmente alla propria capacità contributiva, il ché vuol dire al proprio reddito al netto del fabbisogno di susistenza decoroso. Dunque alla base di una corretta distribuzione c’è la necessità di conoscere il reddito individuale con una più incisiva lotta all’evasione per cui vale la pena spendere di più e andare alla ricerca delle elusioni più consistenti. Il reddito di sussistenza potrebbe essere attualmente attorno a 12/15 mila euro per una famiglia di due conviventi, con un’aggiunta di 300/400 € per ogni covivente in più o in meno. Di conseguenza il reddito contributivo risulta dalla differenza fra il reddito lordo e quello di sussistenza. Il rapporto fra la spesa pubblica complessiva e il reddito contributivo dà la pressione fiscale che deve essere esercitata sui contribuenti per mantenere in equilibrio i conti dello Stato. Naturalmente occorrerà una certa progressività delle aliquote e, per rendere accettabile questo balzello, è necessario che i politici diano dapprima il buon esempio. I costi di mantenimento della municipalità e dei servizi locali dovrebbero gravare sul valore patrimoniale degli immobili ed essere riscossi localmente in modo da finaziare le risorse del territorio, sotto la visibilità diretta degli stessi cittadini che eleggono i propri amministratori. Tuttavia la tassazione locale dovrebbe essere compensata e detratta dalle imposte sul reddito contributivo, in modo da evitare una doppia tassa incostituzionale. Sarebbero quindi esentati totalmente o parzialmente da tale tassa coloro il cui reddito contributivo sia insufficiente. In tal modo risulterebbero nettamente separati gli introiti dell’Erario Statale e quelli delle Municipalità. Altro punto importante per la razionalizzazione delle imposte riguarda il costo del lavoro che dovrebbe essere gravato solo dai costi differiti (TFR e pensione), in modo da ridurre in cosidetto cuneo fiscale e le imprese dovrebbero essere tassate solo per il profitto, eliminando gli altri tipi di imposta quali ad esempio la famigerata IRAP. L’IVA gravante sulle transazioni commerciali dovrebbe essere ridotta ad un quarto per le transazioni non commerciali, in particolare per le prestazioni di manodopera, il ché farebbe emergere una gran parte del lavoro nero e senza fattura, data la minima differenza di costo. Altre imposte dovrebbero avere valore deflattivo come ad esempio le ACCISE sui combustibili che dovrebbero essere computate in base alla quantità e non al valore.
3. Efficienza della Magistratura significa riuscire a portare a termine i processi in tempi ragionevoli, comminando pene eque e certe in tempi più prossmi a quelli dei reati commessi. Occorrerebbe mettere mano ad una razionalizzazione dei Codici Civile e Penale, in modo da renderli più semplici e chiari, eliminando le contraddizioni. Purtroppo al giorno d’oggi la VERITA’ è qualcosa di molto aleatorio, soggetta ad interessi di parte supportati dai media, per cui gli inquirenti incontrano notevoli difficoltà a determinare le responsabilità che superino ogni ragionevole dubbio. E, d’altra parte, il fatto che un indagato possa “avvalersi della facoltà di non rispondere” secondo l’articolo 64 comma 3 del C.P.P. (non la nostra Costituzione), dimostra non che la Legge deve essere rispettata, ma può esserlo, e che spetta solo agli inquirenti il compito di scoprire la responsabilità dei reati. Anche per i magistrati dovrebbe valere quanto detto a proposito dei menagers pubblici.
Credo che queste siano le cose più importanti da fare per rimettere in moto l’economia e dare nuovamente fiducia agli operatori che sono i motori dello sviluppo.
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