Credo che le continue scosse di terremoto che si susseguono in centro Italia in questi giorni, le 6000 persone sfollate, le 200mila abitazioni insicure danneggiate o completamente distrutte nelle zone del terremoto, il 90% delle scuole costruite senza criteri antisismici, ci costringano a ripensare alla politica e alle priorità di questo paese.
Ci sono quattro grandi emergenze che devono essere affrontate con programmi di lungo periodo e devono essere oggetto di un grande sforzo comune delle istituzioni e dei cittadini.
EMERGENZA TERREMOTO E TERRITORIO che deve tradursi in interventi strutturali per la costruzione di abitazioni e scuole antisismiche in tutta Italia come già avviene in altri paesi che convivono con questa problematica da lungo tempo, unite ad interventi costanti per l'eliminazione del dissesto idrogeologico e il recupero del patrimonio artistico. E' un investimento enorme di risorse che si deve avere il coraggio di avviare per la sicurezza delle persone e del patrimonio naturalistico e culturale.
EMERGENZA UMANITARIA PER I PROFUGHI con l'ondata ormai continua di flussi migratori che si deve tradurre in un programma organizzato di accoglienza diffusa in tutto il paese e in Europa con procedure chiare che sappiano far coesistere la sicurezza e il rispetto delle persone. Occorre essere capaci di evitare tensioni sociali offrendo prospettive di reale integrazione trovando il modo di amalgamare i nuovi arrivati all'interno delle nostre regole sociali.
EMERGENZA LAVORO occorre far in modo che ognuno si senta personalmente responsabile di questo problema: politica, sindacati, lavoratori, imprenditori, investitori, banche. Come nel dopoguerra occorre ritornare ad investire nel lavoro e nella capacità produttiva e imprenditoriale italiana. Le risorse esistono, occorre dare le opportune certezze a chi le possiede affinché le metta a disposizione.
EMERGENZA LEGALITÀ che deve finalmente diventare un imperativo morale. La lotta alla corruzione può avere successo solo se la legalità viene riconosciuta da tutti come uno dei fondamenti della convivenza sociale.
A breve dovremo votare per il referendum sulla Riforma Costituzionale e sono fortemente convinto che votare Sì significa superare quella situazione di veti incrociati che ha portato il nostro paese ad essere tremendamente lento nel prendere decisioni.
La vittoria del Sì significherebbe la vittoria del riformismo contro la conservazione, il consolidamento di una democrazia più matura e moderna certi che esistono delle regole democratiche che consentono l'alternanza.
Se vince il Sì è possibile chiudere la discussione infinita sull'ordinamento dello stato e concentrarsi con tutte le energie possibili proprio sulla risoluzione dei problemi concreti, occupandoci di quelle Emergenze che devono diventare obiettivo di un piano comune e confrontandoci sulle modalità con cui affrontarle.
Il Fronte del No è molto variegato. Deve far riflettere che siano le forze conservatrici di varia natura a sostenerlo, anche quelle mascherate da nuovi movimenti. Con la vittoria di questo fronte ci ritroveremo al punto di partenza della discussione infinita e perderemo l'opportunità di dare mandato a chi vince le elezioni di dare soluzione concreta ai problemi degli italiani e su questo essere poi giudicato dagli elettori.
È estremamente importante comprendere la situazione in cui ci troviamo e dare compimento pieno all'obiettivo che si è dato il Partito Democratico quando è nato: essere forza riformista capace di governare il paese all'interno di una democrazia dell'alternanza.
È per questo che invito tutti a votare Sì.
Alberto Pilotto
Segretario PD Monza
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