La Direzione Nazionale si è aperta con una riflessione sulle sfide regionali della Liguria con Andrea Orlando, dell’Umbria con Stefania Proietti e dell’Emilia-Romagna con Michele De Pascale.
Il Partito Democratico in queste regioni ha lavorato soprattutto sul rinnovamento, sull’esperienza e sull’apertura alle energie civiche e sociali di ogni territorio.
Nel frattempo, è iniziata la messa a terra del progetto per l’Italia da costruire, con anche le altre forze politiche, mettendo al centro i territori, la transizione climatica e il diritto alla sanità universalistica.
L’obiettivo centrale del PD è ridare futuro a chi non riesce neanche più a vederlo.
Sul piano internazionale siamo in prima linea a chiedere il cessate il fuoco, anche attraverso l’embargo totale per l’invio di armi a Israele e il riconoscimento dello stato di Palestina, come ha già fatto la Spagna, per favorire un percorso di Pace partendo dalla formula “due popoli, due Stati”.
Avvertiamo con preoccupazione il riaffiorare dei fenomeni di antisemitismo in Europa, quell’onda nera, come l’ha chiamata con preveggenza David Sassoli, il rigurgito di chi alimenta l’odio per la diversità, con il razzismo, la xenofobia e l’inquietante riemergere di un clima di discriminazioni ed intolleranza.
L’Europa è l’esempio che la Pace non è un’aspirazione per gli ingenui ma l’unica vera opzione. Ce lo hanno insegnato i nostri padri e madri costituenti nell’Articolo 11 della nostra Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
La legge di bilancio si preannuncia come un disastro per il Paese: 800 milioni tagliati nel 2025 ai Comuni, nessun investimento per il diritto allo studio, il diritto alla casa, per il trasporto pubblico.
Meno sociale, meno servizi, meno diritti.
Aumento sulla pressione fiscale, aumento delle accise sulla benzina.
Le priorità del PD stanno sulle dita di una mano: sanità, scuola pubblica, lavoro e salari, conversione ecologica, diritti civili e sociali.
Persino Bankitalia ha smentito i dati del governo sulla crescita del PIL nel 2024 attestandoli allo 0,8%, il che ci dimostra che non c’è un disegno, non c’è una strategia, non c’è la capacità di guidare la seconda potenza manifatturiera d’Europa e tra le principali nel mondo attraverso una doppia transizione, quella ecologica e digitale, senza un grande investimento nelle competenze, nei saperi, nelle intelligenze e nella ricerca.
Come PD proporremo di nuovo un fondo per la transizione da 5 miliardi nella prossima manovra di bilancio.
Il Governo sta lavorando per introdurre una premialità fiscale alle famiglie che hanno figli, ma se vogliamo aiutare chi oggi ha paura di fare figli, e invertire il trend della denatalità, quello non è lo strumento migliore. Noi riteniamo che il congedo paritario sia invece lo strumento più adeguato e necessario per aiutare proprio chi oggi teme di non potersi permettere di fare figli perché ha paura di dover rinunciare al secondo reddito, di perdere il lavoro, di non poter conciliare i tempi di vita con quelli professionali.
Non ce n’è una sola famiglia tradizionale di cui parlano e che nessuno di loro ha.
Le famiglie sono tante, sono diverse, sono plurali e vanno tutte difese nei loro diritti, ma soprattutto vanno difesi i diritti dei loro figli perché i figli non si discriminano mai. Il governo ha compiuto una atroce propaganda sulla pelle dei bambini e l’ha fatto rendendo reato universale la GPA, che altro non è se non una bandiera ideologica che non sta in piedi giuridicamente.
Questo Governo considera chi è debole, vulnerabile, in una condizione di povertà individuale come una sorta di ordine naturale, una condizione immutabile da conservare.
Anche l’autonomia differenziata non farà che aggravare le diseguaglianze generazionali e territoriali.
I dati dell’Istat sulla povertà che sono stati resi noti in questi giorni ci dicono che abbia raggiunto livelli record: 1 italiano su 10 è in povertà assoluta. E con l’abolizione del reddito di cittadinanza, che si poteva migliorare, 1,1 milioni di persone sono rimaste senza forme di sostegno.
Noi dobbiamo mobilitarci nelle piazze, nei luoghi del lavoro e riportare a votare chi ha così tanto perso fiducia nel futuro da non riuscire neanche più a immaginare di avere un futuro nel nostro Paese.
Piazze, reali e virtuali, che sono piene di giovani che vogliono attivarsi e noi come Partito dobbiamo riuscire ad intercettarli e ad accompagnarli anche nella vita politica.