"Le due forze al Governo litigano su tutto, persino sul 25 aprile", scrive il segretario Zingaretti. "L’Italia non merita questa continua polemica e queste provocazioni, specie se toccano i valori fondamentali della nostra democrazia. La festa della Liberazione è una giornata che deve unire, avvicinarci, farci sentire tutti parte di un percorso comune".
"Lasciamo stare quindi le polemiche strumentali, gli utilizzi parziali e ipocriti. Chi usa la nostra liberazione per cercare qualche voto in più da ambienti nostalgici o da nuovi militanti di destre in costruzione ha la memoria corta, la vista offuscata da strategie di corto respiro e poco futuro.
Noi siamo pronti a celebrare con tutti i democratici un passaggio chiave della nostra storia, del vissuto comune di generazioni d’italiani. Lo facciamo con convinzione, gratitudine per chi non c’è più e speranza per chi non ha conosciuto pagine di un passato lontano. “La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva”.
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo intervento a Vittorio Veneto celebra con queste parole alla cerimonia di Vittorio Veneto la Festa della Liberazione.
Nel ventennio fascista, prosegue Mattarella, “non era permesso avere un pensiero autonomo, si doveva soltanto credere. Credere, in modo acritico e assoluto, alle parole d’ordine del regime, alle sue menzogne, alla sua pervasiva propaganda. Bisognava poi obbedire, anche agli ordini più insensati o crudeli. Ordini che impartivano di odiare: gli ebrei, i dissidenti, i Paesi stranieri. L’ossessione del nemico, sempre e dovunque, la stolta convinzione che tutto si potesse risolvere con l’uso della violenza”.