“Andiamo a cominciare”. È cominciata, appunto, la lunga rincorsa del nostro candidato Giorgo Gori alla presenza di Regione Lombardia. L'apertura della campagna elettorale, sabato 18 novembre, a Milano, ha dato forma a una sostanza in essere da mesi. Gori è l'uomo del centrosinistra in Lombardia, e lo è da tempo. Sarà lui a contendere una regione ad appannaggio del centrodestra da tanto, troppo tempo.
“Diamo la rotta a una regione che non ha una guida e manca di una visione”, ha detto Gori durante la presentazione. “Esistono idee, energie e competenze – ha incalzato Gori – ma in molti vedono la regione come una istituzione lontana, astratta e opaca. Invece le regioni hanno diversi poteri e incidono nella vita dei cittadini”.
Giorgio Gori ha toccato nel suo incisivo discorso, durato oltre un’ora, tutti i temi centrali per il governo della regione: dalla sicurezza all'immigrazione, dalla legalità al lavoro, passando per autonomia, sanità e ambiente. Tutte le materie per un buon governo. E non sono mancate le doverose stoccate all'attuale amministrazione Maroni. Per esempio sui tempi d'attesa negli ospedali pubblici, sul “fallimento” di Pedemontana e un richiamo alla laicità dell'organo istituzionale, ricordiamo tutti quel “family day” a caratteri cubitali e infausti: “non vedrete più scritte sul palazzo della regione nei prossimi cinque anni, né negati i diritti sanciti dalla Costituzione nelle strutture regionali, sono tutti uguali e tutti hanno diritto al rispetto indipendentemente dagli orientamenti”, ha detto Gori.
Infine, una battuta sulla coalizione: “spero si allarghi”.
Il viaggio direzione Pirellone è iniziato.