Ma l’Italia è davvero “invasa” da immigrati e rifugiati?
No: più del 50% dei flussi è tra Paesi del Sud del Mondo. Il numero complessivo di immigrati in Italia è perfettamente in linea con la media europea. Gli immigrati sono circa l'8% della popolazione totale e producono il 12% del PIL nazionale contribuendo in maniera fondamentale, tra l'altro, alla sostenibilità del sistema pensionistico italiano.
E’ vero che l’Italia è tra i primi 5 paesi europei a gestire l’arrivo dei profughi, ma la percentuale di rifugiati in Italia, rispetto al totale della popolazione (0,1%), è nettamente inferiore a quella di Svezia (0,9%), Germania (0,7%), Austria (0,6%), Olanda (0,4%) Francia (0,3%) e Gran Bretagna (0,2%). Infine, l’86% di tutti i profughi del mondo è attualmente nel Sud del Mondo.
I Comuni tolgono soldi agli italiani per darli ai rifugiati?
No: i fondi per i rifugiati e i richiedenti asilo sono stanziati dall'Unione Europea e dal Ministero dell'Interno e sono vincolati. I progetti di accoglienza sono pressoché a costo zero per i Comuni.
I rifugiati ricevono 35 Euro al giorno?
No: i rifugiati ricevono circa 2,50 Euro al giorno per le proprie spese personali. Il resto dei fondi serve per pagare i servizi, le lavoratrici e i lavoratori (quasi sempre italiani) che rendono possibili i percorsi di accoglienza e integrazione.
I rifugiati potrebbero stare, o tornare, “a casa loro”?
No: i rifugiati fuggono da guerre e persecuzioni che mettono a repentaglio la loro vita. Spesso sono vittime di tortura. L'Italia è uno dei 140 Stati che hanno aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951, la quale sancisce il diritto all'asilo. L'Italia, come gli altri paesi firmatari, ha l'obbligo di accogliere e proteggere le persone che dimostrano di avere fondati motivi per temere una persecuzione nel proprio paese d'origine o di residenza. L’articolo 10 della nostra Costituzione afferma che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.
I rifugiati hanno solo diritti e nessun dovere?
No: i rifugiati e richiedenti asilo sono inseriti in un rigido sistema di regole che li obbliga a frequentare corsi d'italiano e a effettuare controlli sanitari e a vivere, per un periodo limitato di tempo, in appartamenti o strutture alternative, sotto il quotidiano controllo degli enti gestori.
Cos’è il “Progetto SPRAR”?
È il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, promosso e coordinato da Ministero dell'Interno, ANCI e UNHCR, che mira all'accoglienza integrata dei beneficiari, ossia ad assicurare una serie di servizi che non si limitano alla copertura del vitto e dell'alloggio ma integrano misure di orientamento e accompagnamento sociale, legale e la costruzione di percorsi individuali di inclusione e inserimento socio-economico. Il progetto è finanziato dal Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Non vi sono pertanto costi a carico del bilancio del Comune, il quale garantisce, in cofinanziamento, la valorizzazione delle ore del personale impiegato e l'uso gratuito di alcuni spazi. Il progetto è rivolto a richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, da non confondere con soggetti migrati per ragioni economiche o di altra natura. Si tratta di persone che sono state costrette a fuggire dal proprio Paese a causa di persecuzioni individuali o per grave instabilità nel Paese di origine causata da conflitti. Spesso sono state vittime di tortura e violenza, hanno affrontato viaggi difficili e traumatici e non hanno alcuna rete di sostegno. L'accoglienza risponde ad obblighi internazionali dai quali l'Italia non può esimersi (Convenzione di Ginevra del1951, ProtocolloNew York del 1967, Regolamento di Dublino e, non ultimo, l’Art. 10 della nostra Costituzione).