E’ indicativo, che anche nell’ennesima analisi (in questo caso di SWG) su quali siano i temi e le modalità dei cittadini in termini di volontariato e partecipazione, non esistano nelle ricerche le parole: politica e partiti.
I ricercatori nemmeno lo chiedono ai cittadini, ne considerano la politica come uno spazio di libero volontariato.
E’ vero che, nella percezione e opinione comune delle persone si abbina (se va bene) la politica e i partiti con il professionismo e l’opportunità di vantaggi economici.
Ma l’informazione e i media hanno al proposito grandi responsabilità nel non considerare la relazione tra politica-partiti-volontariato; sebbene le pagine dei quotidiani trabocchino di cronaca politica, mai nessuno parla di quanto i partiti abbiano bisogno sempre di nuovi iscritti che portino volontariamente le proprie idee, conoscenze e soprattutto progetti; si fa sempre e solo luce sulla punta emersa dell’iceberg .
Eppure siamo in presenza di libere associazioni : con iscritti, militanti, volontari-eppure la maggior parte di chi opera nei partiti (nel PD senz’altro) fa volontariato : nei Circoli, nei Consigli Comunali, nelle ore extra di tanti nostri amministratori. Eppure esecutivi, direttivi, assemblee, forum, gazebi, feste sono luoghi di partecipazione nei quali migliaia di cittadini spendono ore di volontariato politico.
Proprio in un tempo in cui la malapolitica è presente ed attraversa i partiti, e anche il nostro, riconoscere che il PD (e pochi altri) è un luogo di partecipazione volontaria nei territori e nei consigli comunali, significa ridare dignità e senso alla politica stessa.
Il PD di Monza con la scelta di far nascere i Circoli Tematici, al fianco dei Circoli Territoriali intende proprio rafforzare questa idea dello spazio partecipativo. Spazi tematici che intendono valorizzare interessi e competenze, non solo degli iscritti ma anche dei cittadini. Spazi di analisi, confronto, azione… sperimentando anche forme nuove di partecipazione e comunicazione.
Il perché di tutto questo fervore sul tema della partecipazione nasce dall’analisi dei sondaggi SWG, che hanno riscontrato senz’altro una buona apertura verso l’idea di partecipare volontariamente alla società civile, ma che noi riteniamo, proprio in virtù delle risposte date, possa essere veicolata meglio.
Secondo le interviste compiute partecipare suscita nella maggioranza delle persone sentimenti di entusiasmo, determinazione e coraggio, non mancano poi dinamismo e forza; solo in pochi associano a questo tema sensazioni negative quali rabbia e banalità.
Il dato che ha però suscitato in noi un poco di amarezza è quello sorto dalla domanda “dove c’è bisogno di maggiore partecipazione?”
Le risposte date sono quasi ovvie, prevalgono circa a pari merito gli ambiti del sociale, del territorio, della scuola e dell’economia (quasi il 30% degli intervistati ritiene che si debba agire in questi), seguono a ruota ambiente, impresa, città e cultura, mentre pochi ritengono ci sia necessità o l’opportunità di partecipare per sostenere i consumi o la problematica degli immigrati.
Il nostro stupore non è pertanto legato ai motivi, che troviamo più che legittimi, ma è dovuto al fatto che a nessuno sia venuto in mente che agire all’interno di un partito non solo permette ad ognuno di occuparsi delle tematiche che gli stanno a cuore, secondo il proprio talento, ma permette anche che le istanze di gruppi di persone, anche di numero ridotto, trovino un interlocutore che abbia il potere di fare qualcosa a riguardo, come un consigliere comunale, un assessore o un deputato.
Far volontariato non significa solo occuparsi di ambiente e problemi sociali e culturali, ma anche la possibilità di mettersi al servizio delle istituzioni, della democrazia e del proprio territorio.