Lunedì 30 giugno, ore 18, si terrà a Monza, presso la sede della Federazione Provinciale del PD, in Via Arosio, un incontro sul Progetto di Legge promosso dal Gruppo PD in regione Lombardia con oggetto la riforma sanitaria regionale. Saranno presenti Enrico Brambilla, capogruppo PD in Regione Lombardia, e Carlo Borghetti, capogruppo PD nella Commissione Terza (Politiche Sociali e Sanitarie) in Regione Lombardia.
L’obiettivo dell’incontro è di comprendere i contenuti del Progetto di Legge promosso e far pervenire eventuali osservazioni o suggerimenti utili a migliorare questa proposta: sono inviatati ad intervenire tutti coloro che sono interessati a dare, specie in ragione delle loro competenze professionali, un contributo alla discussione.
Quello che sarà presentato all'incontro di lunedì è un progetto di legge da abbinare a quello presentato dalla maggioranza per cambiare per sempre il modello di sanità formigoniano.
Un cambio di passo che va nella direzione dello snellimento, dell'accorpamento della sanità e del sociale in un unico assessorato, della continuità delle cure. "Vogliamo diminuire le diseguaglianze tra i diversi territori e garantire la continuità della cura - spiega il segretario lombardo Alessandro Alfieri - Apprendiamo con soddisfazione che anche la maggioranza sta arrivando sulle nostre posizioni, sancendo di fatto il fallimento del modello formigoniano difeso per tanti anni da Lega, Forza Italia e Ncd. Ora parta subito il confronto nelle sedi istituzionali. Mettiamo a disposizione il nostro progetto di legge, che sarà oggetto da subito di consultazioni sui territori".
In cima alle priorità di riorganizzazione c'è quella di far saltare la divisione tra sanità e sociale, accorpando gli assessorati, il budget e le scelte in un'unica grande programmazione che riunisca l'offerta complessiva."
Poi "Riduzione del numero delle aziende ospedaliere e trasformazione delle Asl in Asst (Aziende Socio Sanitarie Territoriali) - dice il consigliere Carlo Borghetti - . Sostegno alla ricerca attraverso un'unica rete tra Irccs, università ed enti di ricerca per dare omogeneità e sviluppo al sistema. E attenzione ai bisogni dei cittadini che sapranno finalmente a chi rivolgersi nel momento del bisogno e della scelta delle cure". Ultimo, ma non meno importante, il "Protagonismo dei Comuni" aggiunge la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi.
Queste le parole d'ordine di una riforma che si sostanzia in un progetto di legge che verrà presentato a breve e chiederà di essere abbinato alle proposte della maggioranza. L'attuale frammentazione del sistema infatti non garantisce la continuità di cura (i pazienti dimessi dagli ospedali dopo la fase acuta della malattia spesso non hanno punti di riferimento certi ) e non consente l'integrazione fra le diverse tipologie di assistenza. Con il nuovo sistema socio sanitario il paziente avrà invece un unico punto di accesso a cure e servizi assistenziali. A supporto dell'intero sistema operano tre agenzie, a garanzia di uniformità e adeguatezza di intervento su tutto il territorio regionale: l'agenzia regionale per la programmazione, l'accreditamento, l'acquisto e il controllo delle prestazioni che programma e regola i servizi accreditati, acquista le prestazioni sanitarie e controlla le procedure amministrative (funzioni ad oggi svolte dalle Asl spesso in modo non uniforme). L'agenzia regionale per l'innovazione, la ricerca e il governo clinico che svolge i controlli sull'appropriatezza e qualità delle prestazioni cliniche (svolti oggi in modo puramente formale) e fa da centro propulsore della ricerca e dell'innovazione. Rimane attiva l'attuale agenzia regionale per l'emergenza e l'urgenza (Areu), che gestisce il 118. Meno ospedali e più territorio. Le Asl sono trasformate in Asst (Aziende socio-sanitarie territoriali) e a loro va la gestione diretta degli Ospedali di Riferimento di Territorio e dei Presidi di Comunità. Fanno capo alle Asst le cure primarie, intermedie, le prestazioni specialistiche territoriali, la prevenzione e garantiscono un alto livello di raccordo con i comuni. Il sistema ospedaliero lombardo si articola poi in 3 reti, a seconda dell'intensità e della complessità della cura.