In un interessante articolo pubblicato sul quotidiano “Il Messaggero” del 12 gennaio scorso Romano Prodi ha spiegato come la via per creare le condizioni di una ripresa economica passi attraverso la necessaria messa in campo di una azione decisa – calcolata in 10 miliardi di euro – di contrasto alla povertà.
Nell’articolo il Presidente Prodi ha descritto il panorama economico italiano attuale come un panorama nel quale sono aumentate le esportazioni ma NON la domanda interna (cioè le richieste dei consumatori), dove si registra una minore richiesta dei beni essenziali - pasta e pomodoro - e maggior richiesta dei beni di lusso e dove aumentano la povertà assoluta, il numero delle persone assistite (sempre più italiani che stranieri rispetto al passato) e il numero delle persone che da un reddito medio-basso arrivano alla miseria. Per Prodi tutto ciò non è una sorpresa poiché, precisa nell’articolo, “la riduzione dei consumi della povera gente è anche uno dei maggiori ostacoli alla ripresa economica”.
I dati dimostrano quindi la fallacia di certa dottrina economica per la quale l’aumento della “disuguaglianza” tra ricchi e poveri, in quanto comunque utile a una crescita del sistema nel suo complesso, “è vantaggiosa per tutti”: al contrario, le più recenti ricerche scientifiche degli economisti provano che l’economia può crescere solo facendo arrivare i “soldi nelle tasche di chi vorrebbe consumare ma non ha i mezzi”.
Non a caso i Paesi nei quali si registrano i dati più confortanti sono proprio quelli che hanno assunto decisioni politiche dedicate ad attenuare le diseguaglianze. Prodi cita la Germania, che ha provveduto ad un aumento del salario minimo, e la piattaforma politica del nuovo sindaco democratico di New York, Di Blasio, che ha stravinto le elezioni con la proposta di un salario minimo e quella dell’aumento delle tasse per le tante persone che hanno un reddito maggiore a 500.000$ l’anno per provvedere ad un miglioramento delle condizioni di vita e delle strutture scolastiche nei quartieri più poveri della città. Romano Prodi osserva come il New York Times abbia sottolineato l’importante influenza, nel dibattito politico americano, delle posizioni assunte, quanto alla necessità di ridurre con coraggio le disuguaglianze, da Papa Francesco e non solo nelle fila dei politici cattolici ma anche, sorprendentemente, tra i politici ebrei e protestanti e perfino nelle fila repubblicane.
In forza di questa “nuova spinta di carattere economico, etico e religioso” c’è, secondo Prodi, una speranza di cambiamento “fondata su maggiore giustizia”. Secondo Prodi, dunque, nel caso italiano sarebbe “assolutamente necessario dirottare subito una decina di miliardi di Euro per alleviare la povertà assoluta” e per “sollevare i redditi più bassi”. E, in questa ottica, bisognerebbe evitare il calo delle spese sociali, operare subito sul cuneo fiscale per i lavoratori a più basso reddito e accelerare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione velocizzando la messa in atto dei provvedimenti già decisi in materia.
Ecco il link all’articolo:
Almeno dieci miliardi per combattere la porvertà altrimenti addio ripresa