Quando, tra il fare e il predicare …… Lo scorso 8.1.2014, in una seduta congiunta delle Commissioni Affari istituzionali e Riordino delle autonomie di Regione Lombardia, chiamata a votare su 19 progetti di fusione di 58 dei 1500 comuni lombardi, i consiglieri regionali del M5S hanno votato contro le fusioni di 36 comuni lombardi.
Mentre Beppe Grillo accusa i “partiti” di non volere le fusioni dei comuni sotto i 5mila abitanti (questo quanto affermato in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo), i suoi rappresentanti in Consiglio regionale hanno votato contro le fusioni di 36 comuni lombardi in dieci centri più grandi.
Questo l’incipit del post di Grillo: “Le parole che vorremmo sentire, quelle che non sono mai pronunciate, le parole proibite, messe all'indice dai partiti. Le parole necessarie come reddito di cittadinanza e gli aiuti alle piccole e medie imprese. Le parole indispensabili come il taglio di 100 miliardi di costi inutili, a iniziare dalle province e dall'accorpamento dei comuni sotto i 5.000 abitanti …”.
Il voto della Commissione era scontato su 17 accorpamenti, essendoci stato un chiaro orientamento popolare espresso sul territorio, in tal senso, per il sì o per il no. Molto meno scontato era il voto su due fusioni, una in provincia di Como (Uggiate Trevano, Faloppio e Ronago) e una in provincia di Mantova (San Giorgio Mantovano e Bigarello) dove la somma dei sì era nettamente prevalente ma a contare, per i partiti di centrodestra e per il M5S, è stato il no del minore dei comuni in entrambe le aggregazioni.
“È singolare che mentre Beppe Grillo accusa i partiti di non voler fare le fusioni dei comuni sotto i 5mila abitanti i suoi seguaci in Regione Lombardia votino contro come se nulla fosse”, ha dichiarato il consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul. “Eppure – ha continuato - la posizione che compare sul blog più famoso d’Italia non ammette sfumature e addita le altre forze politiche di non volere il cambiamento che invece i 5 Stelle dovrebbero saper portare. A quanto pare il PD, che pure vuole tener conto del risultato dei referendum, è più favorevole alle fusioni dei piccoli comuni di quanto non lo sia il movimento guidato da Grillo stesso. Attendiamo la presa d’atto sul suo blog”.