Venerdì 18 ottobre, presso la Sala Trentin della CGIL in Via Aspromonte a Monza, Pietro Virtuani ed Adriano Poletti, i due candidati alla Segreteria provinciale del Partito Democratico, si sono presentati agli iscritti monzesi del partito durante un serrato confronto moderato da Fabio Maggioni, Presidente dell’Assemblea cittadina del PD di Monza e membro della commissione elettorale.
Quest’ultimo ha introdotto il dibattito spiegando innanzitutto le regole per la votazione alla segreteria provinciale e a quella nazionale.
Nel presentarsi, Adriano Poletti ha ricordato la sua lunga esperienza amministrativa di sindaco di Agrate e di Consigliere provinciale spiegando poi il motivo della sua candidatura: scongiurare l’ipotesi, che si stava profilando, di presentarsi agli iscritti con una candidatura unica: “Molte persone mi hanno chiesto di fare questa scelta, anche se è stato difficile, in così poco tempo, comporre una lista associata alla mia candidatura e presentarla. Penso che il meccanismo di selezione delle candidature vada cambiato e che vada restituita voce ai circoli e agli amministratori del territorio” ha precisato Poletti. “Allo stesso modo va superato il meccanismo delle liste bloccate e introdotta la preferenza. I nostri iscritti hanno il diritto di poter scegliere i propri rappresentanti nelle assemblee. Forse non è l’unico, ma interroghiamoci se l’esistenza di regole che non favoriscono la partecipazione sia uno dei motivi principali della disaffezione delle persone”.
Prendendo la parola subito dopo, Pietro Virtuani ha rivendicato con orgoglio di essere stato il primo segretario dei Giovani democratici Di Monza e Brianza e la centralità, nella sua formazione politica, di questa esperienza che lo ha portato poi alla segreteria del PD di Brugherio, alla Direzione del Pd provinciale con delega all’istruzione e alla formazione, oltre che, recentemente, al Consiglio comunale della sua città.
Per spiegare i motivi della sua candidatura ha citato un’iniziativa svoltasi qualche giorno prima a Cesano Maderno, su iniziativa dei GD, sulla disoccupazione giovanile: “Uno dei fenomeni che stanno riemergendo è quello delle dimissioni in bianco che tanti giovani sono costretti a firmare. Ho ricordato che il Ministro Damiano, nel periodo 2006-2008, aveva introdotto un meccanismo di tutela che poi è stato eliminato senza che noi riuscissimo a opporci con la giusta determinazione. Questo è un po’ l’emblema di quanto ritengo sia il problema del Pd degli ultimi anni” ha precisato Virtuani “ovvero perdere lo slancio iniziale, inseguire idee non proprie nel tentativo di smussarne gli aspetti più discutibili. Ma il PD deve essere orgoglioso di rivendicare le sue idee, di essere una alternativa chiara opposta a una finta concretezza vuota di ideali, si pensi alla Lega, che non ha risolto i problemi del Paese”.
Virtuani ha concordato con Poletti sulla necessità di cambiare regole che obbligano i candidati a scelte convulse e controproducenti, che rischiano di pregiudicare la partecipazione degli iscritti e tagliare fuori persone di grande competenza. “Tuttavia” ha voluto precisare Virtuani “rivendico la mia candidatura nata dall’esperienza straordinaria dei Giovani Democratici. A 26 anni (la sua età N.d.R.) solo in Italia si viene trattati come ragazzini quando invece, conclusi gli studi e alle prese con i primi lavori, anche precari, ci si può, anzi, ci si deve prendere le proprie responsabilità. Insomma, non bisogna aspettare che il Paese si occupi di noi giovani, siamo noi che dobbiamo iniziare a occuparci in prima persona del nostro Paese”.
Conclusa la presentazione introduttiva, i candidati, in una intervista parallela, hanno risposto ad alcune domande poste da Maggioni e dai presenti.
La prima ha riguardato la loro idea su come conciliare il ruolo amministrativo con quello politico di Segretario che dovessero assumere. “Politica e amministrazione devono camminare insieme” ha risposto Virtuani “Nel PD abbiamo visto come la partecipazione si esprima ai massimi livelli quando le persone si sentono coinvolte in scelte importanti, le elezioni amministrative, i comitati referendari, per dirne alcuni, le campagne di movimenti a noi vicini. Il partito deve cogliere queste occasioni” ha continuato Virtuani “Quando i circoli forniscono un contributo di uomini di qualità alle amministrazioni, occorre reintegrare i Circoli affinché questi possano continuare, in autonomia, a lavorare con le amministrazioni in uno spirito di leale collaborazione”. Anche secondo Poletti è fondamentale, per un’amministrazione, la capacità di ascolto delle forze politiche che l’hanno sostenuta: “Ci sono stati casi in cui, anche in buona fede, questa capacità di sintonizzazione è venuta meno e se ne sono pagate le conseguenze”.
Per Poletti questo presuppone tuttavia che la politica si riappropri dei suoi tempi: “La consultazione faccia a faccia che si ha nelle riunioni non può in alcun modo essere sostituita da strumenti, sia pure utili ed efficaci, come i social network”.
Alla domanda se esiste e come debba essere valorizzata un’identità della Brianza, Poletti, dopo avere ricordato il vantaggio che ha portato al territorio, in termini di risorse, l’istituzione della provincia, ha sintetizzato nei valori della laboriosità, della solidarietà e dello spirito imprenditoriale la connotazione dell’identità del territorio. Secondo Poletti ciò che importerà maggiormente, per lo sviluppo, non saranno le forme amministrative da decidere, se entrare a far parte dell’Area metropolitana piuttosto che di una struttura provinciale più ampia, ma piuttosto “scongiurare quella che è la vera minaccia al territorio: le progettazioni sbagliate”.
Sullo stesso tema Virtuani ha aggiunto che si è arrivati alla costituzione della provincia senza un vero approfondimento: la scelta di un modello di provincia leggere, la cosiddetta provincia dei Comuni, poteva essere tuttavia una grande opportunità per il territorio. “Purtroppo il progetto è fallito miseramente per l’incapacità del governo di centro destra. Si deve pensare a un assetto amministrativo che non releghi la Brianza e Monza a un ruolo di periferia ma che ne faccia un polo culturale, artistico simbolo di un territorio che ha espresso distretti d’eccellenza come quello del design e della tecnologia e che non dovrò limitarsi ad essere solamente la sede di rappresentanza dell’Expo e nulla più”.
Quanto al modo in cui hanno in mente di gestire il partito, il rapporto con gli iscritti e la scelta dell’esecutivo provinciale, Virtuani ha risposto: “Competenza, concreta disponibilità e territorialità saranno i miei criteri guida. Voglio superare discussioni sterili su dualismi tipo partito aperto-chiuso, leggero-pesante: voglio un partito che funzioni nel 2013 e me lo immagino come un partito capace, grazie anche alle nuove tecnologie, di mettere in rete i circoli e far condividere le buone pratiche”.
Sulla stessa domanda Poletti ha precisato che rispetterà i criteri della condivisione delle scelte e della territorialità: “Intendo scegliere l’esecutivo confrontandomi con chi verrà eletto all’assemblea provinciale. Nell’esecutivo intendo comunque avere un referente per ciascuno dei 4 collegi elettorali, poiché ritengo imprescindibile la rappresentanza dei territori, ferma restando la mia intenzione di modificare le regole per potenziale la partecipazione alla vita del partito”.
Dal pubblico è stato chiesto se, e in che modo, in considerazione dell’affrettata formazione delle liste, i due candidati immaginano forme di partecipazione al lavoro del partito che non disperdano risorse preziose che, pur rimaste fuori dalle liste, hanno lavorato in questi anni.
“Sicuramente vorrò rilanciare l’esperienza dei Forum” ha detto Virtuani “In particolare il Forum del lavoro di Monza e Brianza ha dato un contributo preziosissimo riconosciuto anche a livello nazionale. Mi impegno, se sarò segretario, a girare ed essere presente sul territorio perché questo è il solo modo per individuare le tante importanti competenze che il Pd ha”. A questo riguardo Poletti ha voluto aggiungere: “Quello della partecipazione è un argomento cruciale. Facciamo primarie partecipatissime, poi abbiamo circoli con 100 iscritti quando va bene, e di questi 100 sono pochi quelli che partecipano attivamente alla vita del partito. Gli elenchi dei votanti alla primarie vanno gestiti con trasparenza e chiarezza: è interesse di tutti che siano usati bene e nel rispetto delle regole”.