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letta-governoIl presidente incaricato Enrico Letta ha sciolto la riserva ed ha accettato di formare il nuovo governo. Prima di leggere i nomi della squadra ha voluto esprimere "profonda gratitudine" per il Presidente della Repubblica e "sobria soddisfazione".
"Sono soddisfatto per la squadra che siamo riusciti a comporre - ha detto Letta- grazie alla disponibilità, alle competenze che si sono messe al servizio del Paese, per il record della presenza femminile e per il ringiovanimento della compagine".
Quello che sarà presieduto da Enrico Letta, ha poi detto il Capo dello Stato dopo la lettura dei nomi, è "un governo politico". "Era ed è l'unico governo possibile, un governo la cui costituzione non poteva tardare oltre nell'interesse del nostro paese e nell'interesse dell'Europa". Il nuovo esecutivo "è il frutto - ha osservato - di uno sforzo paziente e tenace del presidente incaricato e dei leader delle forze politiche che hanno scelto la strada della collaborazione nonostante tutte le difficoltà incontrate e prevedibili e nonostante il supplemento di volontà di seria volontà di collaborazione che era indispensabile da tute le parti". Napolitano ha espresso l'auspicio - "che è anche sul serio una certezza e non solo un atto fiducia" - che il nuovo Governo di Enrico Letta "si metta a lavorare rapidamente in spirito di fervida coesione", "senza conflittualità" e "in spirito di assoluta, indispensabile coesione e reciproco rispetto".
"Credo - ha detto il Capo dello Stato - che tutte le persone chiamate a questo Governo danno a noi questa garanzia di voler lavorare insieme, senza conflittualità pregiudiziali e con il massimo impegno a trovare soluzioni giusti ai problemi rispondenti all'interesse generale, con il contributo che a ciascuno spetterà dare, in spirito di assoluta indispensabile, coesione e reciproco rispetto".
Presidente del Consiglio: Enrico Letta
Vicepremier e Interni: Angelino Alfano
Esteri: Emma Bonino
Giustizia: Anna Maria Cancellieri
Economia e Finanze: Fabrizio Saccomanni
Difesa: Mario Mauro
Rapporti con il Parlamento: Dario Franceschini
Lavoro: Enrico Giovannini
Infrastrutture e trasporti: Maurizio Lupi
Sviluppo: Flavio Zanonato
Istruzione e Ricerca: Maria Chiara Carrozza
Salute: Beatrice Lorenzin
Affari Europei: Enzo Moavero
Pari Opportunità, Sport e politiche giovanili: Josefa Idem
Riforme Costituzionali: Gaetano Quagliarello
Affari Regionali: Gaetano Delrio
Coesione Territoriale: Carlo Trigilia
Politiche Comunitarie: Anna Maria Bernini
Agricoltura: Nunzia De Girolamo
Semplificazione: Giampiero D’Alia
Beni Culturali e Turismo: Massimo Bray
Integrazione: Cecile Kyenge
Ambiente: Andrea Orlando

FILIPPO PATRONI GRIFFI
NAPOLETANO, classe 1955, è presidente di Sezione del Consiglio di Stato. Era ministro della Funzione pubblica nel governo Monti. Ora diventa sottosegretario, ma in un ruolo chiave. Uomo delle istituzioni, nel suo cursus honorum, ha ricoperto a lungo il ruolo di capo dell'Ufficio legislativo del ministero della Funzione pubblica con i ministri Cassese, Motzo, Bassanini e Frattini. È stato inoltre capo di gabinetto del ministro per le Riforme Istituzionali Giuliano Amato, nel governo Prodi, capo di gabinetto della Funzione pubblica con il ministro Renato Brunetta e capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio nel secondo governo Prodi. Dal 1989 al 1996 segretario generale dell'Associazione Magistrati del Consiglio di Stato. Dal 1997 al 1999 e dal 2008 al 2011 è stato presidente della stessa Associazione.

ANGELINO ALFANO
43 ANNI, di Agrigento. Dopo tante amarezze patite in campagna elettorale (fai il candidato premier tu, no scherzavo non sei capace lo faccio io) il delfino di Silvio Berlusconi — in origine suo assistente personale, quindi suo ministro della Giustizia, infine segretario del suo partito — arriva finalmente alla guida del governo per quanto come numero due. Vicepremier e ministro dell’Interno. Nasce dc, emerge nella Forza italia siciliana e succede a Miccichè come coordinatore. Berlusconi lo chiama a Roma, gli assegna

 

una stanzetta vicina alla sua, dopo qualche anno il ministero di via Arenula. Lì vara il ‘lodo Alfano’ sulla sospensione dei processi, lodo poi dichiarato illegittimo dalla Consulta. Alla vigilia della rielezione di Napolitano era indicato come vice di un possibile governo Amato. Con Letta premier è, la sua, l’unica posizione rimasta intoccata. Strategica, evidentemente. Il resto ne discende.

EMMA BONINO
NATA a Bra nel ‘48, laureata alla Bocconi, radicale. Un vastissimo movimento d’opinione l’avrebbe voluta presidente della Repubblica. Sará invece ministro degli Esteri. Emma Bonino è uno degli esponenti politici italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo. Commissario europeo dal ‘95 al ‘99, ministro delle Politiche europee dal 2006 al 2008, vicepresidente del Senato fino al 2013. Ha attraversato il pianeta in decine e decine di missioni, parla sette lingue fra cui l’arabo. Candidata in politica sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Ha perso le regionali nel Lazio per pochi voti e un non convinto sostegno del centrosinistra. Prese 15 voti per il Colle all’epoca di Ciampi, era tra i nomi proposti dai 5Stelle in queste presidenziali. Laica, protagonista di storiche battaglie civili, sostenitrice dell’emancipazione femminile nel mondo. Contro l’infibulazione, il femminicidio. Donna di grandissima esperienza e ruvida passione.

MARIO MAURO
UNO dei saggi nominati da Napolitano. Nasce alla politica con Comunione e liberazione, poi Pdl, infine Scelta civica. Mario Walter Mauro è di San Giovanni Rotondo, 1961. Laureato in filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Responsabile nazionale per la scuola e l’universita’ con Forza Italia, eletto per la prima volta nel 1999 al Parlamento Europeo. Rieletto nel 2004 ne diventa uno dei 14 vicepresidenti nella legislatura 2004-2009. Nel 2009 viene eletto per il Pdl. Fa attività all’Ocse contro il razzismo la xenofobia la discriminazione religiosa. Nel 2013 passa con Monti in Scelta civica, capogruppo al Senato. Lascia il gruppo Pdl con un discorso all’europarlamento molto critico verso la ricandidatura di Silvio Berlusconi e la sua rinnovata alleanza con la Lega, accolto da una standing ovation dei colleghi stranieri. Sará ministro della Difesa.

ANNA MARIA CANCELLIERI
ROMANA, classe ‘43, due figli. Prefetto. Donna delle istituzioni apprezzata anche per non aver mai ceduto alle lusinghe di una candidatura in politica. Laureata alla Sapienza entra per concorso nell’amministrazione dello Stato. E’ stata prefetto a Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania, Genova, Parma e Bologna. Per un anno, dal 2010, a Bologna, anche commissario prefettizio. Alle successive elezioni entrambi gli schieramenti pensarono di candidarla. Lei disse no. Da ministro dell’Interno nel governo Monti ha condotto una silenziosa e ferma battaglia contro le mafie: Roberto Saviano ne ha chiesto pubblicamente la riconferma. E’ stata candidata di bandiera della lista Monti per il Quirinale. E’ arrivata a 78 voti, e per una notte il Pdl ha discusso se sostenerla. Anche parte del centrosinistra l’avrebbe votata. Poteva, volendolo, essere eletta. Succede a Paola Severino alla Giustizia.

FABRIZIO SACCOMANNI
ROMANO, classe '42, economista. In Banca d'Italia dal '67, è stato tra i favoriti per la successione a Draghi. Oggi direttore generale. Nato in una famiglia di medici, ha studiato al liceo Mamiani ("giá allora, da ragazzo, leggevo gli articoli di Scalfari sull'Espresso a proposito dell'istituto di via Nazionale, che mi affascinava"), si è laureato alla Bocconi e perfezionato a Princeton. Scrive sonetti, uno lo dedicò a Ciampi per i suoi 70 anni, ama il Belli. Ha pubblicato nel 2002 "Tigri globali e domatori nazionali" in cui ha anticipato i modi della crisi economica mondiale. E' stato cinque anni, dal '70, al Fondo monetario internazionale, poi di nuovo in Bankitalia al Servizio Studi, infine alla direzione generale. Molto stimato da Napolitano, era tra i nomi indicati per guidare un possibile "governo del presidente".

FLAVIO ZANONATO
PADOVA, 1950. Flavio Zanonato nasce in una famiglia di "forti ispirazioni cattoliche". Cresce in un quartiere popolare, si diploma perito industriale e durante le lotte studentesche si iscrive al Pci. Diventa consigliere comunale e segretario provinciale. A Botteghe Oscure lo nominano direttore del settore immigrazione ed emigrazione. Vent'anni fa diventa per la prima volta sindaco di Padova. Secondo mandato due anni dopo. Sconfitto nel '99 al ballottaggio. La sua battaglia per la legalità, anche a prezzo di assumere posizioni controcorrente sugli immigrati, ne fa un simbolo della sinistra di governo. Per frenare lo spaccio arriva a costruire un muro antispacciatori. Gli piace a giocare a scacchi e andare in montagna, dove ieri lo ha raggiunto la telefonata che gli annunciava che sarò ministro dello Sviluppo economico.

ENRICO GIOVANNINI
UN ALTRO dei saggi di Napolitano. Romano, 56 anni, presidente dell'Istat. All'indomani della rielezione c'era ancora chi scommetteva che il Presidente avrebbe incaricato lui. Uomo di numeri, equidistante e “oggettivo” per mestiere pareva essere il candidato ideale ad un governo a bassa intensitá politica. Le cose non sono andate così, ma Giovannini è rimasto fin dal principio, dentro il palinsesto di governo di larghe intese, nella casella cruciale del Lavoro. Laureato alla Sapienza insegna a Tor Vergata ed è membro del “club of Rome”. Ha scritto molti libri di analisi, ha una particolare attenzione alla vulnerabilità sociale”. Nel ministero che lascia Elsa Fornero gli tornerà molto utile. A cominciare dagli esodati passando per gli inoccupati, i precari, i flessibili e i non rappresentati, la nuova classe operaia dei call center e le partite iva, i giovani senza prospettiva di impiego e i sottoimpiegati.

MAURIZIO LUPI
MILANESE, nato nel 59, tre figli. Laureato in scienze politiche all’universita Cattolica del sacro cuore. Esponente di Comunione e liberazione, esordisce alla politica nella Dc. Entra alla Camera nel 2001 con Forza Italia. Tifoso del Milan, fa jogging e organizza maratone di corsa fra parlamentari. Molto assiduo nei talk show televisivi, meno incline alla rissa di molti colleghi di partito e perciò considerato moderato. In occasione del richiamo del cardinale Bagnasco ai politici sui temi della moralità scrisse una lettera ai parlamentari cattolici invitandoli a “sospendere il giudizio morale” sul caso Ruby. Disse in quell’occasione che Berlusconi come ciascun politico sarebbe stato “giudicato dal tribunale dei cittadini”. Ha tenuto a battesimo Magdi Cristiano Allam. È stato vicepresidente della Camera, ora ministro per le Infrastrutture e Trasporti.

MASSIMO BRAY
IL NUOVO ministro della Cultura è direttore della rivista dalemiana Italianieuropei, pubblicazione della Fondazione, lavora alla Treccani, è pugliese di Lecce. 54 anni, Laureato in lettere e filosofia a Firenze, è un neoeletto del Pd. Nel 1991 entra all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, come redattore responsabile della sezione di Storia moderna dell’Enciclopedia La Piccola Treccani. Nel 1994 ne diviene il direttore editoriale. Presiede il consiglio d’amministrazione della Fondazione “La Notte della Taranta”, che organizza il più grande festival europeo di musica popolare, dedicato al recupero della pizzica salentina e alla fusione con altri linguaggi musicali. «Sono troppo commosso per non rimandare a più tardi il mio ringraziamento per l’onore ricevuto» ha commentato su Twitter la sua nomina.

MARIA CHIARA CARROZZA
47 ANNI, due figli ventenni, pisana. Maria Chiara Carrozza, bioingegnere industriale esperta in biorobotica, arriva alla politica da Rettore della scuola superiore Sant’anna di Pisa. È stata il più giovane rettore italiano, ha un curriculum accademico e un palmares di premi impressionante. Ha insegnato nel mondo, ha lavorato al Cern di Ginevra, all’agenzia spaziale europea, ha vissuto in Giappone. Il figlio ha studiato giurisprudenza, la figlia Fisica, come lei. “Sono esigente con me stessa e con gli altri ma so essere comprensiva e so come ritrovare la serenitá nei momenti di stress". Scia, cucina giapponese, tiene sul comodino Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, ama Fellini. Si é occupata di ricerca e didattica, amata dagli studenti a cui ha fatto da mentore. L'ha chiamata Bersani, sará ministro dell'istruzione.

BEATRICE LORENZIN
ROMA, 1971. Esordisce al consiglio municipale di Ostia, poi in Campidoglio. Coordinatore nazionale di Forza Italia-Giovani per la Libertà. Eletta alla Camera nel 2008 nella lista Pdl. Candidata inizialmente alla presidenza della Regione Lazio per il centrodestra, lascia il posto di sfidante di Zingaretti a Storace. Indicata come candidata ideale per un posto da ministro in un governo di larghe intese: agguerrita in tv, risposta sempre pronta, la nuova generazione del berlusconismo. È viceresponsabile delle donne pdl. Contraria alla candidatura Bonino al Colle (“è una donna di militanza minoritaria”), contraria alle leggi sul matrimonio gay, si è occupata di infanzia, famiglia, pari opportunitá. Polemica col governo Monti, attiva sui social network, le scrivono che somiglia a Meg Ryan. E’ diplomata al liceo classico. Iscritta a VeDrò, gruppo di discussione animato da Enrico Letta. Sará ministro della Salute.

ANDREA ORLANDO
44 ANNI, di La Spezia. Era giovanissimo nella Fgci, c’era ancora il Pci. Traiettoria classica di partito. Lo chiama a Roma Fassino durante la sua segreteria. Tendono ad affidargli incarichi delicati (lui qualche volta ha detto: rognosi) in virtù della sua capacità di mediazione temperata nella disciplina. Presidente del forum Giustizia quando si doveva tentare un’intesa con le posizioni del Pdl, la giustizia essendo di Berlusconi l’interesse supremo. Poi commissario del partito a Napoli. “Giovane turco” con Orfini e Fassina, i quarantenni della sinistra bersaniana hanno stretto di recente un patto generazionale con Renzi, mediatore Delrio. Preferivano Napolitano a Prodi, per il Quirinale. Nell’ultima direzione pd è stato tra i 14 astenuti. Voleva Renzi premier, ma Berlusconi lo ha bocciato. “Il governo non serve a sistemare figurine” ha detto ieri in un’intervista. Lui va all’ambiente.

NUNZIA DE GIROLAMO
CLASSE 1975, dopo la laurea Nunzia De Girolamo ha intrapreso la carriera forense occupandosi di diritto civile, diritto del lavoro e diritto commerciale e bancario. E ha collaborato con l'Università degli Studi del Sannio e con l'Università del Molise. L'impegno in politica dal 2007, a Benevento, con Forza Italia. Nel 2008 viene eletta deputato alla Camera dei Deputati nella lista del Popolo della Libertà. Ed è membro del Consiglio Direttivo del Pdl alla Camera. La passione dedicata alla politica si intreccia con la vita privata di Nunzia De Girolamo: a dicembre 2011 il matrimonio con un 'rivale', il deputato Francesco Boccia, pugliese, classe 1968, che nei banchi di Montecitorio siede sul fronte opposto dei parlamentari del Pd. Hanno una bambina, Gea, nata a giugno 2012.

ENZO MOAVERO MILANESI
UNO dei saggi di Napolitano. Uomo dallo sguardo e dal carattere di ghiaccio, discendente di Ferdinando Bocconi, fondatore dell'università milanese. E' di Cavenago d'Adda, Provincia di Lodi. Laureato alla Sapienza, studia in Belgio, poi in Texas. Dal 1977 al 1979 tenente nella Guardia di Finanza con il grado di tenente, riceve un encomio solenne nel corso della sua carriera militare. Insegna diritto comunitario alla Sapienza, alla Luiss, alla Bocconi. Oggi è professore di Diritto dell'Unione Europea presso la School of Government della Luiss. Aveva lavorato nel primo governo Amato al risanamento degli enti pubblici. Con Ciampi era stato sottosegretario agli Affari europei. Candidato al Senato con Monti non è stati eletto. Confermato al governo, resta ministro per gli Affari europei.

GRAZIANO DELRIO
NOMINATO ministro per gli Affari regionali nel giorno del suo compleanno, sarà dunque stato festeggiatissimo dai nove figli, al suo rientro a casa ieri sera. Cinquantatre anni, medico, nato a Reggio Emilia e poi sindaco della sua cittá. Cattolico del Pd, Ha fondato e presieduto l’associazione Giorgio La Pira Onlus. È presidente dell’Anci, associazione comuni italiani, incarico a cui è stato eletto dopo aver sconfitto per quattro voti Michele Emiliano sindaco di Bari. Renziano, è diventato di recente uomo di collegamento fra il sindaco di Firenze (che ora potrebbe succedergli alla guida dell'Anci) e i giovani turchi del partito, oltre ad essere stato il tessitore dell'intesa Renzi - Letta. Sempre sorridente, di ottimo carattere. Non ha mai militato nel Pci.

CARLO TRIGILIA
SIRACUSA, 62 anni, veterano e sorpresa del governo. Poco conosciuto fuori dall'accademia e dai lettori delle pubblicazioni di ItalianiEuropei, la Fondazione di D'Alema, di cui fa parte, Carlo Trigilia è ordinario di sociologia economica nella Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" dell'Università di Firenze. È presidente del corso di laurea in "Analisi e politiche dello sviluppo locale e regionale" (sede di Prato) e direttore del Centro Europeo di Studi sullo Sviluppo Locale e Regionale. Ha insegnato nelle Università di Palermo e di Trento ed è stato "Lauro De Bosis professor" presso la Harvard University. È stato direttore ed è membro del comitato editoriale della rivista "Stato e Mercato", e del comitato editoriale di "Sviluppo locale". Presidente della Fondazione RES/Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia. Collabora a
Il Sole 24ore. Alla Coesione territoriale.

CÉCILE KYENGE
IL PRIMO ministro di colore della storia della Repubblica è una donna, medico, 49 anni, madre di due figlie. È una cittadina italiana nata in Congo, motivo di non particolare entusiasmo della Lega - che pure si suppone debba sostenere questo governo - i cui parlamentari dicono che "non è italiana" e pensano di peggio. Specializzata in oculistica esordisce i politica a Modena nel 2004 coi Ds. È responsabile regionale Emilia Romagna delle politiche dell'immigrazione del PD. Impegnata in campagne nazionali sui diritti di cittadinanza, Collabora con la rivista Combonifem e con Corriere Immigrazione. Ha promosso e coordinato il progetto AFIA per la formazione di medici specialisti in Congo. “Il mio percorso è merito di un lavoro svolto con Livia Turco e il Forum immigrazione del Partito Democratico: io sono la portavoce di una politica fatta all'interno del partito”, ha detto dopo la nomina. Pioniera.

JOSEFA IDEM
NATA in Germania nel 64 Josefa, canoista, ha partecipato alle ultime 8 olimpiadi, da Los Angeles a Londra. È la donna che ha disputato più gare olimpiche. Ha spostato il suo allenatore Guglielmo Guerrini nel 1990 diventando italiana. Ha 2 figli. I numeri della sua carriera sono impressionanti: 38 medaglie. A Londra ha annunciato il ritiro dall'agonismo. Già assessore allo Sport a Ravenna dal 2001 al 2007, nel 2012 si è candidata alle primarie del Partito Democratico, passando al primo turno. Diventata capolista per l'Emilia-Romagna è stata eletta al Senato. "Nelle situazioni in cui puoi solo perdere, puoi solo cambiare schema di gioco', diceva giorni fa a proposito dell'elezione del Presidente. Socia del circolo Aniene di Roma ha contribuito all'elezione di Giovanni Malagò alla presidenza del Coni. Se la lasceranno lavorare potrebbe cambiare musica nello sport, soprattutto nel settore giovanile.


GIAMPIERO D'ALIA
MESSINESE, 1966, avvocato. Eletto con l'Udc, vicepresidente vicario di Scelta Civica. In passato sottosegretario all'Interno nel Berlusconi III. Figlio di Salvatore, deputato della DC siciliana. Eletto la prima volta nel 2001 alla Camera è stato presidente dell'Udc in Sicilia, vicino a Casini. Il suo nome è noto per un emendamento al decreto sicurezza del 2009 che conteneva disposizioni sul web, naufragate dopo le proteste della Rete.
"Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere a mezzo Internet" recitava, tra l'altro "in presenza di questi contenuti il ministero diffiderà il gestore, e questi avrà due possibilità: o ottemperare e cancellare i contenuti o non ottemperare e diventare complice di chi inneggia a Provenzano e Riina e quindi è giusto che venga oscurato'. Non amato da Grillo, D'Alia fu contestato anche dall'ad di Google italia. Ritirò l'emendamento. Sarà ministro per la semplificazione


GAETANO QUAGLIARIELLO
NAPOLETANO, 63 anni, figlio del rettore dell’Università di Bari, ex radicale forzista della prima ora folgorato nel 1994 dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Nel Pdl è considerato una colomba. Sarà per questo che il senatore è stato inserito da Napolitano nel team dei dieci saggi. Il suo nome è così entrato nella lista dei ministri prima ancora di sapere chi fosse il presidente del Consiglio. E ci è entrato nonostante l’opposizione dell’ala dura del Pdl che di lui non si fida. Parallelamente alla carriera politica - lanciata a Roma da Marcello Pera allora presidente del Senato - diventa professore ordinario di Storia Contemporanea alla Luiss. Presidente onorario della Fondazione Magna Carta, particolare successo ha riscosso la sua biografia di Charles De Gaulle.

DARIO FRANCESCHINI
FERRARESE, cinquantaquattrenne, di lui si è parlto molto negli ultimi giorni a causa della dura contestazione subita mentre era a cena in un ristorante, dopo la rielezione di Napolitano al Quirinale. Franceschini è stato segretario del Pd e sottosegretario alla presidenza del consiglio nei governi D’Alema e Amato. Ma la sua militanza politica parte da lontano, con i giovani della Democrazia Cristiana, come Letta d’altronde. Figlio di un partigiano “bianco”, Franceschini è stato anche vicesegretario del Ppi dal 1997 al 1999 e uno dei fondatori della Margherita, nonchè capogruppo dell’Ulivo alla camera dal 2006. Vicesegretario del Pd con Veltroni, lo sostituirà nel febbraio 2009 dopo le dimissioni dell’ex sindaco di Roma. A ottobre 2009 raccoglie il 34% alle primarie per la segreteria pd vinte da Bersani e torna a fare il capogruppo. Ha scritto anche tre romanzi dal 2006 al 2011.