Alla Sala Convegni del “Il Cittadino” di via Longhi, settimana scorsa si è tenuto un dibattito sull’innovazione, promosso dal Forum Lavoro e Innovazione del PD Monza e Brianza.
Sergio Gianni, giornalista del Cittadino, in veste di moderatore, ha aperto il dibattito (con una buona partecipazione di pubblico), ricordando che esiste un progetto per la banda larga, che riguarda Monza e Concorezzo. Ma sul territorio vi è anche un fatto negativo: l’Alcatel, con 2000 dipendenti, di cui 550 ricercatori, vuole delocalizzare negli USA.
I tre relatori hanno poi svolto un sguardo sul tema dell’innovazione, ognuno dal suo punto di vista: Carlo Abbà, Assessore di Monza con alle spalle una esperienza professionale nel settore – Giuseppe Civati Consigliere Regionale come politico che da anni si batte per lo sviluppo innovativo delle tecnologie a favore dei sistemi imprenditoriali e del mondo giovanile e infine Marco Viganò in quanto sindacalista ha affrontato il tema riguardo alle politiche industriali e le ricadute con il tema occupazione.
Ha iniziato Carlo Abbà (Assessore alle Attività produttive), parlando di agenda digitale, ricorda che è una macchina complessa e che ci vorrà del tempo per farla funzionare. “Ma le regole le deve fare lo Stato”.
Porta l’esempio dei telefoni cellulari.
Da quando è stato imposto dalle autorità uno standard di comunicazione unico, il mercato è esploso, perché la gente poteva parlare non solo in Italia, ma anche con l’Europa, gli USA,e tutto il mondo occidentale
Lo Stato faccia le regole, un quadro chiaro. Poi gli investitori arrivano.
In Italia ci sono già delle eccellenze Cita l’es. del SW per la produzione dei mobili. Gli italiani sono all’avanguardia nel mondo.
Strana la scelta di Concorezzo, quando vicino ci sono Vimercate ed Agrate con aziende hi-tech. Tra l’altro è emersa una impreparazione di parte dell’imprenditoria, che ha dichiarato di non saper che farsene della banda larga
Molte nostre aziende sono sottocapitalizzate e così dall’estero se le comprano con quattro soldi. Occorre procedere ad aggregazioni per affrontare il mercato globale. Ma le rivalità e gelosie dei singoli imprenditori fanno da freno e vanno superate.
Giuseppe Civati Consigliere Regionale PD, concorda con Abbà., Intervenendo sulle politiche che dovrà sviluppare il PD, una volta al governo, consiglia di concentrarsi sull’innovazione, anziché su nuove infrastrutture tipo autostrade.
Sfruttando le tecnologie già esistenti si potrebbe ad es. centralizzare l’elaborazione delle fatture di varie imprese, come servizio informatico da condividere. Ma questo viene osteggiato dagli interessati per presunti problemi di privacy.
Altro tema è la green economy. L’aver unificato gli sgravi fiscali ( dal 30% per i riammodernamenti edilizi, e il 55% per gli interventi che comportano risparmi energetici, si è passati al 50% per tutti ) ha svilito la spinta alla g.e. I continui cambi di decisioni dei precedenti governi hanno penalizzato non poco quest’ industria che potrebbe invece espandersi e raggiungere livelli più vicini a quelli europei.
- e poi la trasparenza amministrativa, quanto mai urgente dopo gli ulteriori episodi del Lazio e della Lombardia
In definitiva puntare molto sulla ricerca sfruttando le eccellenze universitarie o dei vari istituti già esistenti, facendo capire alla gente che innovare non vuol dire necessariamente abbandonare la tradizione, ma anzi sfruttarla come una leva preziosa.
Marco Viganò, Segretario Generale CISL Monza e Brianza, ricorda con amarezza che qualche decennio fa eravamo la locomotiva d’Europa in tema di innovazione. Oggi siamo il fanalino di coda. Occorre anche annotare che, in questo contesto l’innovazione ha spesso eroso l’occupazione Ovviamente quando, non gestita bene non ha creato nuovi mercati o prodotti e quindi ricchezza nazionale. La tanto sbandierata formazione continua in effetti è quasi totalmente mancata. Pochi la fanno. Neanche la regione Lombardia ha brillato in tal senso.
Ci sarebbe molto da fare anche, ad es. per l’evasione fiscale, sfruttando meglio l’esistente. Se le amministrazioni. comunali, in collaborazione con l’ANCI, promuovessero una anagrafe degli appartamenti sfitti, ed incrociassero i dati con le utenze ( luce, acqua, gas ) si otterrebbe una buona mappatura di evasione fiscale (affitti in nero).
Altro problema è il gap culturale di molti piccoli e medi imprenditori. Rischiamo di costruire autostrade (informatiche) e poi farci correre sopra la vecchia Topolino.
Infine, a proposito delle dislocazione delle imprese in paesi con costo del lavoro più basso, occorrerebbe, a suo avviso, far pagare un costo sociale per i disagi che la loro decisione comporta alla comunità.
Ha preso poi la parola una rappresentante della RSU dell’ALCATEL di Vimercate che ha testimoniato la lotta che stanno conducendo, per evitare la dislocazione, voluta dalla proprietà, della unità produttiva negli Stati Uniti. Fra il personale a rischio di perdere il posto di lavoro, vi sono anche 550 ricercatori, di elevata competenza e specializzazione.
Tutto questo non a causa del costo del lavoro, che negli USA è ben più elevato, ma per tutta la situazione di contorno, che potremmo definire Sistema Paese, e che in Italia è penalizzante.