La settimana “fatidica” per l’euro e forse per l’Europa è cominciata e la fibrillazione in tutti gli ambienti politici ed economici è molto alta.
E’ stato scritto moltissimo su questo appuntamento. Io ho selezionato per voi 3 articoli, dal Sole 24 Ore, di cui uno è riassuntivo delle proposte in campo e gli altri due sono dei commenti inconsueti e pongono alla riflessione elementi un po’ diversi dai soliti.
Si tratta, innanzitutto, di un articolo di Giuliano Amato che ha il pregio, con molto realismo, di chiedersi cosa si potrà fare, come Italia, per difendersi dalla voragine del debito, che cresce anche a causa degli effetti del costo dei tassi di interesse.
L’altro articolo è di Guido Rossi e analizza, in termini non schematici, la posizione francese e le incongruenze del rapporto Germania-Francia. Guido Rossi lancia inoltre una bella provocazione e un auspicio: che l’appuntamento dell’8 luglio 2012 a Reims, per il cinquantesimo anniversario dell’incontro di due grandi uomini di Stato, De Gaulle e Adenauer, possa rinsaldare nei due popoli (e nelle rispettive leadership) una autentica propensione europeista.
Si può anche non condividere in tutto questo pezzo, ma è una interessante prospettiva e vale la pena di leggerlo.
Realisticamente, anche se il cuore e la testa volerebbero più alto, le aspettative sugli esiti del vertice si possono sintetizzare così:
- Una proposta limitata solamente al “patto sulla crescita” per completare il fiscal compact;
- Una decisione sulla crescita e su un Fondo per il rimborso dei debiti sovrani;
- Una vera e propria road map per l’Unione bancaria e fiscale, preludio a una più marcata Unione politica.
Tuttavia, se non si coglie questa opportunità in questo tempo per dare un ambizioso “riavvio” al progetto di unità politica, costruendo le nuove regole e i nuovi poteri, la prospettiva potrà essere molto dura e grave.
E in ogni caso ogni proposta sarà un tentativo di chiudere, ogni volta, una falla mentre altre se ne aprono.
Ed è proprio in questo senso tanto più significativo che va l’appello di Delors e Schmidt, contenuto nel rapporto stilato per Notre Europe dal gruppo di lavoro nato in onore di Padoa Schioppa che traccia una road map per l’Unione fiscale e chiede non solo decisioni tecniche e di breve termine, ma una visione politica di lungo periodo, che possa dare stabilità all’Europa.
Le proposte che lanciano alla vigilia del vertice sono, tra le altre, l’unione bancaria, la creazione di un’agenzia per il debito e un maggiore coordinamento delle politiche economiche e finanziarie degli Stati membri.
Dobbiamo anche ricordare, cosa che spesso volutamente viene accantonata, che l’Europa è sempre più percorsa e accerchiata da frange populiste e antieuropee e che in molti Paesi serpeggia un nazionalismo che riaccende focolai di razzismo.
Questi movimenti che sono già presenti in Parlamento con partiti estremisti non nascono sempre e solo da una (aberrante) convinzione ideologica; spesso nascono e attecchiscono sulla sfiducia verso l’Europa, sulla paura che l’Europa ci “espropri” di identità, di certezze e di futuro.
Un insuccesso del vertice, che offra un’immagine di impotenza della politica, non potrebbe che alimentare questa tendenza e rinforzerebbe molti scettici nella convinzione che, forse, conviene “tornare indietro”.
Oggi, come dice Draghi, ed è sintomatico che lo dica un banchiere, “Oggi tocca alla politica”.