Con Oscar Luigi Scalfaro, scomparso all’età di 93 anni, l’Italia perde un altro padre costituente della Repubblica, ma soprattutto un uomo in ogni occasione fedele alle istituzioni e di rigore morale fuori dal comune.
La sua lunghissima carriera politica è culminata con l’elezione a nono Presidente della Repubblica il 25 maggio 1992, appena due giorni dopo la strage di Capaci.
In un’Italia scossa dall’attentato a Giovanni Falcone, sprofondata in una crisi economica e finanziaria senza precedenti e alle prese con Tangentopoli, Scalfaro ha rappresentato l’integerrimo custode dei valori civili dello Stato e della Costituzione, interpretando l’Alta Carica con equilibrio, tra una fede “incandescente” e un senso purissimo della laicità della Stato.
Fu un acceso sostenitore dei valori di onestà di cui tutti gli amministratori della cosa pubblica dovrebbero essere provvisti, e anche dopo aver lasciato il Quirinale è stato coerente con questi principi, nella strenua difesa della Carta Costituzionale.
Fino all’ultimo Scalfaro ha infatti cercato ostinatamente il contatto con le giovani generazioni, alle quali trasmettere le sue forti convinzioni democratiche e la ferrea dedizione a un rigoroso “spirito di servizio”, sottolineando l’insostituibile valore della pace.