Primo. Rimettere la verità con i piedi per terra. Per tre anni questo governo ha ripetuto che tutto va bene e che l’Italia è il paese che sta meglio nel mondo. Quando si insediò, nel 2008, il Pd propose di utilizzare le risorse disponibili per un programma di piccole opere da far fare ai comuni e per abbassare il prelievo fiscale sulle famiglie meno abbienti.
Il governo usò oltre dieci miliardi per l’Alitalia, togliere l’Ici ai proprietari degli appartamenti di maggior pregio, eliminò la tracciabilità dei pagamenti rinunciando così agli introiti previsti come effetto di lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro sporco e fece uno straordinario e scandaloso condono a favore degli esportatori di capitali.
Da oltre due anni il Pd avverte sull’acuirsi dei rischi della crisi. Ma il governo ripete che tutto va bene e i conti sono a posto.
Prima delle elezioni e del referendum il Pd ha denunciato la manovra da cavallo iscritta dal governo nei documenti di previsione economica e i raggiri contabili che ne rendevano peraltro più basse del previsto le somme in gioco.
Oggi, dopo tre anni di leggi ad personam, di dibattiti su temi che nulla hanno a che vedere con gli interessi degli italiani (la sede dei ministeri al Nord. Leggere in proposito l’articolo di Jenner Meletti su La Repubblica di oggi), la realtà ha costretto l’Italia a prendere una sberla micidiale. “Il grande falò delle promesse” ha titolato La Repubblica un articolo di Massimo Riva pubblicato oggi.
Secondo. La responsabilità delle opposizioni, l’irresponsabilità della maggioranza.
Per amor di Patria e grazie all’appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le opposizioni hanno deciso che non si può rischiare la pelle e la vita degli italiani con un ostruzionismo che allungherebbe i tempi delle decisioni che i mercati finanziari aspettano.
Da anni il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ripete che serve un’altra politica economica, perché senza crescita e lavoro non può esserci nemmeno risanamento della finanza pubblica (e senza crescita e lavoro si distrugge il tessuto sociale del paese). Per il segretario del Pd la crisi economica e finanziaria dell'Italia "è drammatica" e il Pd "corrisponderà con spirito nazionale, ma senza spartire le responsabilità con chi ha governato in questi anni". "In nome dell'Italia possiamo essere responsabili - dice Bersani - prendendoci le nostre responsabilità ma non possiamo certo spartirle con gli autori del disastro. Questo no"."Dopo la Manovra bisogna aprire una fase politica nuova per far riprendere il cammino al paese. Per noi la strada maestra sono le elezioni ma noi siamo pronti a considerare, anche se non sembrano probabili gli spazi, una fase di transizione per cambiare la legge elettorale".