La cosiddetta 'compartecipazione', cioè la ripartizione dei costi delle rette tra famiglie e comuni per gli utenti che accedono a servizi sociali o a servizi socio-sanitari, è al momento oggetto di due progetti di legge regionali: uno presentato dalla Giunta regionale e uno presentato dal Partito Democratico; entrambi prevedono l'introduzione del 'fattore famiglia'.
Il Pd nei mesi scorsi ha dato la disponibilità alla elaborazione di un unico testo di legge condiviso con PdL e Lega. Ad oggi però l'iter del nuovo progetto di legge risulta bloccato in Commissione a causa di divergenze all'interno della stessa maggioranza.
Per questo il Pd chiede chiarezza a tutta la maggioranza "a partire da un impegno - spiegano Sara Valmaggi e Carlo Borghetti - che la Regione ci metta i soldi, non solo le regole". Il motivo di merito, al di là delle tensioni politiche, dello stop in commissione non ha nulla a che vedere con il fattore famiglia. "L'assessorato ha deciso di intervenire su un problema rilevante, che sta a cuore anche a noi - spiegano i consiglieri - ovvero il fatto che per le rette delle case di riposo e delle strutture dedicate alla cura di anziani e disabili non c'è oggi alcuna modulazione in base al reddito. È giusto introdurre un meccanismo di equità che tenga conto dei carichi famigliari, come hanno fatto regioni avvedute, ad esempio la Toscana. Ma, come ha fatto quest'ultima, occorre finanziare il fondo per la non autosufficienza con cui alleggerire le famiglie da costi di cura che sono ormai insostenibili. Occorrono però risorse regionali, visto che il governo ha azzerato il corrispondente fondo nazionale".
Una delle preoccupazioni emerse in commissione Sanità sta nell'ipotetica maggiore spesa sociale cui andrebbero incontro i comuni se venisse approvata la legge. "Una riforma a costo zero metterebbe i comuni con le spalle al muro, perché dovrebbero far fronte con le proprie risorse, sempre più esigue, alla riduzione delle rette per gli utenti meno abbienti. Noi crediamo che sia la Regione a dover farsi carico del problema e non imporre regole come fossero principi astratti senza fornire dati chiari sull'impatto del provvedimento sulle famiglie e sui comuni e soprattutto senza impegnare risorse. Attendiamo notizie, le nostre proposte sono chiare".