"Ma la Regione Lombardia?". A fare notizia nel giorno dell'apertura del processo alle cosche calabresi al tribunale di Milano, mercoledì scorso (11 Maggio 2011) è quanto fa notare con stupore l'avvocato Luigi Gullo, legale della Regione Calabria, giunto per comunicare la costituzione di parte civile per conto dell'istituzione.
Una prassi per la Regione Calabria, una clamorosa assenza per la Regione Lombardia, che non era presente per fare altrettanto. "In Calabria - ha spiegato l'avvocato ai giornalisti - è routine costituirsi parte civile nei processi alla 'ndrangheta e in alcuni processi abbiamo ottenuto anche milioni di euro come risarcimento dopo le condanne".
Lo sconcerto del PD e delle opposizioni viene vergato su comunicati poco concilianti. "Si costituisce parte civile la Regione Calabria, perché non la Lombardia?" si chiede il Capogruppo democratico Luca Gaffuri, che spiega: "Qui ci sono stati 170 arresti, tra cui il direttore sanitario dell'Asl di Pavia, nominato dalla Regione.
La lotta alle mafie deve essere dimostrata nei fatti, non solo facendo fare la passerella a noti figli di illustri capipartito. Gesti come questi sono ben più che simbolici". Il riferimento è a Renzo Bossi, protagonista di qualche passerella proprio in occasione della discussione della legge sull'educazione alla legalità, di cui è stato relatore.
Dopo ore di imbarazzo, in serata una nota della Regione cerca di metterci una pezza, ma in sottofondo si sente il suono delle unghie sugli specchi.
"Regione Lombardia - è scritto nella nota - non è stata individuata quale parte offesa e non ha quindi ricevuto alcuna notifica e per questo non era nelle condizioni di costituirsi parte civile. Il rinvio dell'udienza e una nuova legge regionale pubblicata la scorsa settimana consentono ora la sua costituzione".
Ma serve davvero una legge per costituirsi parte civile? "Solo da gennaio ad oggi - ha replicato Gaffuri - la Regione si è costituita parte civile in 12 processi, possibile che solo per questo occorresse una legge ad hoc?"