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RegionePD in Aula con le coccarde tricolori, ma la Lega fa polemica e ostruzionismo. Non mancano le polemiche nella settimana che precede la festa nazionale del 17 marzo.

In settimana si sono confrontati il presidente del Consiglio regionale Davide Boni, leghista, già distintosi perché voleva negare la chiusura degli uffici nel giorno dell'anniversario della proclamazione dell'Unità, e diversi esponenti del PD, a partire dal suo vice, Filippo Penati, e dal consigliere segretario Carlo Spreafico. Boni ha dovuto deliberare con l'ufficio di presidenza l'esecuzione dell'inno di Mameli già dalla prossima seduta di martedì, a due giorni dalla ricorrenza, ma non ha mancato di lanciare una provocazione, dichiarandosi preoccupato per ciò che potrà succedere in Aula. "Mi preoccupa perché è una cosa di un carico demagogico da far paura. Sull'inno - ha poi aggiunto - la questione adesso sarà quale versione dell'inno far suonare, se quella completa o solo una parte, e ci sarà poi la provocazione di quelli che cantano".

In Provincia di Milano i leghisti hanno ritardato in massa l'ingresso in Consiglio per evitare di presenziare al momento dell'inno. Probabile che in Regione avvenga qualcosa di simile. "Boni - sottolinea Penati- e con lui la Lega, smettano di fare polemica e ostruzionismo sui 150 anni dell'Unità d'Italia e propaganda alla festa lombarda. Il miglior modo per celebrare la Lombardia è risolvere i problemi dei suoi cittadini. Si metta fine alle polemiche sull'inno.

A Sesto San Giovanni da oltre 10 anni, a seguito dell'invito dell'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, senza alcun clamore, si suona l'inno di Mameli prima di ogni seduta del consiglio comunale. Si faccia anche in Regione e soprattutto il Consiglio torni a occuparsi di sanità, infrastrutture, istruzione, di tutti quelli che sono i veri problemi dei lombardi".

Laconico Franco Mirabelli: "l'unica cosa di cui il presidente Boni si deve preoccupare é di far rispettare le scelte del Consiglio e mantenere un ruolo di rappresentanza di tutta l'assemblea, non solo di una parte".