Comincia dal Rubygate l’intervento di Walter Veltroni al Lingotto di Torino, dove si candidò alle primarie del nascente PD, per illustrare quel che secondo il neonato Movimento Democratico serve per rafforzare il profilo di un grande partito riformista capace di guidare l’Italia verso il cambiamento.
E lo si fa chiedendo innanzitutto le dimissioni del premier: le parole di Silvio Berlusconi sono “agghiaccianti. Abbiamo un uomo che minaccia i giudici che lo stanno indagando. Una situazione intollerabile dal punto di vista della democrazia liberale. Per una volta non pensi a se stesso ma a 60 milioni di italiani: faccia un passo indietro e si dimetta nell’interessa dell’Italia”. Veltroni vuole un Pd che “sappia proporre agli italiani una visione del futuro, un progetto coraggioso di cambiamento e una proposta di governo autorevole, credibile e affidabile riconquistando le menti e i cuori”. E par farlo individua tre punti: primo , “liberarci dalla tentazione di opporre al populismo berlusconiano un altro populismo uguale e contrario”. La seconda condizione “è quella di affrancarci dalla illusione frontista, dalla coazione a ripetere la fatica di Sisifo, di costruire schieramenti eterogenei accomunati dall'essere contro l'avversario, ma incapaci di reggere la prova del governo. Terza condizione è il coraggio dell'innovazione. Il motto dei democratici non può essere difendere ma cambiare”. Poi è tornato a ribadire quanto affermato nelle ultime settimane: “A lungo molti nel nostro partito hanno pensato che potesse essere una tradizionale strategia delle alleanze a sopperire al nostro calo di consensi. Oggi è chiaro a tutti che non è così. Solo se il Pd riprenderà a crescere nella fiducia e nel consenso degli elettori, potrà trovare sulla sua strada anche le alleanze necessarie”.
E' intervenuto poi il segretario del Pd Pier Luigi Bersani per il quale «La situazione è drammatica, insostenibile. Berlusconi lasci, si dimetta. Qualsiasi soluzione è meglio di questo, elezioni comprese: noi siamo pronti e in quel caso le vinciamo. Non ho mai avuto un dubbio - ha poi detto Bersani che è stato più volte applaudito - sulle esigenza di un autonomo profilo del Pd. Nella mia testa non c’è mai stata l’idea di una divisione dei compiti con altri partiti per rappresentare le diverse fasce di elettorato. Ho sempre avuto l’idea - ha spiegato - di un meccanismo di gravitazione, di un partito che deve avere il suo progetto per la società”. “Semmai - ha proseguito Bersani - in questo ragionamento ci metto una mia sfumatura, per vedere l’effetto sistemico che abbiamo. Dobbiamo avere una visione nazionale, aperta, responsabile verso tutti quelli che nella loro autonomia posso dare un contributo al cambiamento. È quindi ho dentro la volontà di far percepire il Pd come un partito ineludibile. Come si fa - ha esclamato - senza il Pd. Tutti quelli che ogni giorni ci punzecchiano, dove pensare di andare. Il Pd è ineludibile, indispensabile, ma non voglio che questo appaia come esclusivo. Questo significa che noi dobbiamo essere capaci di ragionare e di fare una proposto per noi ma non solo per noi. Io so qual’è il mio compito - ha quindi affermato Bersani - per il mestiere che faccio: è quello di garantire la dignità politica di ogni posizione, e di cercare di costruire una direzione di massa univoca. Questo è il mio compito -ha detto fra gli applausi - bello, faticoso. Quindi nel dialogo con tutti quelli che condividono l’avventura straordinaria di questa nostra associazione, di questo nostro grande e bel Partito Democratico, voglio dire una cosa. E giusto ribadirlo qui al Lingotto: voi e io ribadiamo le fondamentali ragioni di questo grande partito”. “Un intervento pieno di contenuti utili per la proposta programmatica e innovativa del Pd” così Dario Franceschini commenta l'intervento di Walter Veltroni. "Mi fa piacere -aggiunge- che ci sia la condivisione dei rischi che corre la democrazia italiana e l'esigenza di fare appello a tutte le forze democratiche”.Sulla possibilità di nuove elezioni è intervenuto Giuseppe Fioroni esponente di punta dei Modem: “Se dobbiamo andare al voto - ha ammonito - dobbiamo andarci con alleanze credibili e se dovremo dire no ad alleati che guardano troppo indietro e per i quali siamo avversari tutto l'anno o che alzano troppo l'asticella o che ci dicono di lasciare questo o quello gli italiani ci capiranno e capiranno la nostra chiarezza''. Parlando del governo Fioroni ha aggiunto: "Il berlusconismo è stato il diserbante di ogni riferimento etico negli ultimi vent'anni in questo Paese". Paolo Gentiloni invece ha rilanciato l'appello a unire le forze per mandare a casa il governo. "Dalla manifestazione di oggi - ha detto nel suo intervento - esce il manifesto dell'Italia del dopo Berlusconi, un manifesto che avrebbe bisogno di un grande Pd, di cui il Pd dovrebbe essere l'asse portante". Gentiloni non ha rinunciato a sottolineare che "in questi anni spesso il Pd si è trovato dalla parte sbagliata, dalla parte della difesa dell'esistente, qualche volta a ragione, ma qualche volta a torto". Gentiloni ha espresso soddisfazione per la presenza di Bersani e di altri esponenti del partito che non si riconoscono in MoDem e, in modo divertito e scherzoso per il ritrovato spirito unitario, ha colto un parallelo con la Lega Nord: ''Oggi il Lingotto è una specie di Pontida!".Nell’ex stabilimento Fiat anche Gary Hart partecipa alla convention di Movimento Democratico.
Stefano Fassina, Responsabile Economia e Lavoro nella Segreteria PD è soddisfatto: " Oggi, a Torino è emerso in modo chiaro che sul piano programmatico il Pd è molto più unito di quanto si tenda a rappresentare. Nella relazione di Veltroni si ritrovano le principali misure programmatiche approvate dall'Assemblea Nazionale di Roma e Varese: dall'Unione Europea, alla riforma della spesa pubblica, dal sostegno fiscale al lavoro femminile alle misure contro la precarietà, dalla regole per la democrazia sindacale alla partecipazione dei lavoratori alla governance delle aziende. In particolare, sul lavoro, la convergenza di Modem sulla proposta di "diritto unico" del lavoro, approvata a Maggio scorso, in alternativa alle varie ipotesi di "contratto unico" è un passo avanti importante. Il Pd, pur tra mille difficoltà e contraddizioni, definisce un profilo politico programmatico condiviso".
Ma. Lau.
Fonte: sito web PD Nazionale