Massimo Ponzoni non si dimetterà dalla carica di consigliere segretario del Consiglio regionale. Non era nelle sue intenzioni e ancor meno lo è dopo che il centrodestra, PDL e Lega, in modo compatto ha respinto martedì scorso in aula la mozione presentata dal Partito Democratico con Sel e Pensionati con cui si chiedeva al Consiglio di invitare il chiacchierato politico brianzolo, già assessore regionale in quota PDL, a fare un passo indietro.
Il titolo della mozione era assai esplicito: "mozione per la salvaguardia dell'integrità del Consiglio regionale e dei suoi organi". Ponzoni, che già nel marzo 2010 era stato iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta per il fallimento della società Il Pellicano, e che nel maggio 2010 ha ricevuto un avviso di garanzia per corruzione relativamente al cambio di destinazione di un terreno agricolo tra Desio e Seregno, a luglio 2010 compare nell'ordinanza di custodia verso Salvatore Strangio, arrestato in una maxioperazione della Dda di Milano, dove il Gip milanese Giuseppe Gennari scrive che i malavitosi lo ritengono "persona chiaramente disponibile e avvicinabile". Per questi motivi l'opposizione aveva depositato la mozione bocciata in Aula dal centrodestra.
Duro il commento del capogruppo democratico Luca Gaffuri: "Il centrodestra si assume la responsabilità della bocciatura della mozione per le dimissioni di Ponzoni dall'ufficio di Presidenza del Consiglio, una bocciatura che indebolisce il Consiglio e la sua autorevolezza. Avevamo chiesto a lui stesso di fare un passo indietro, come già aveva fatto dal ruolo di segretario provinciale del suo partito, e abbiamo poi chiesto alla maggioranza che lo ha indicato di chiedergli formalmente di rinunciare al ruolo di consigliere segretario. Ponzoni è una persona interessata da provvedimenti giudiziari e il cui nome compare nell'inchiesta sulla 'Ndrangheta del luglio scorso. Quella scritta oggi è una brutta pagina del Consiglio regionale".
Fonte: Newsletter del PD del Consiglio regionale della Lombardia
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