Genesi.
Identificare l’anno zero del processo d’integrazione europea comporterebbe un’analisi storico-istituzionale che farebbe tornare indietro le lancette del tempo ben oltre il XX secolo;
tuttavia, secondo una logica estrusiva, proprio nel primo trentennio del secolo scorso, un punto di rottura nel processo storico di democratizzazione del vecchio continente, fornisce un’ottima via d’uscita dall’analisi di un intricato processo d’ evoluzione istituzionale millenario, del quale i popoli d’Europa hanno saputo far tesoro per dar vita ad un’ambizione più che mai alta:
L’Unione Europea.
Unione ed Europa: cosa stiamo cercando di unire su un pezzo di terra?
Le macerie del Nazionalismo.
Siamo al termine della 2° guerra mondiale e le Nazioni d’Europa, vincitrici e vinte, osservano al proprio interno le conseguenze dei confini territoriali, ideologici e politici: la distruzione totale, prodotta da forme di governo totalitarie, aberranti delle differenze umane; nello sfacelo dell’individuo in quanto essere pensante, che pose un ALT allo slancio politico sovranazionale (SdN) iniziato al termine della 1° guerra mondiale, trovò terreno fertile l’avvento di singoli al comando delle masse supportati da casate reali incapaci di concepire un modello di cooperazione internazionale.
In via di prima analisi, i casus belli del primo e del secondo conflitto possono essere annoverati tra l’accaparramento di risorse primarie (minerali) e, sulla base dell’aumento della popolazione in virtù dell’accrescersi del tenore di vita, la conquista di spazi vitali dove poter collocare i propri cittadini e da dove poter trarre sostentamento; ponderatamente a ciò, nel post 1°GM, la distruzione degli Imperi e la riduzione del raggio di dominio delle monarchie, cui complice fu il processo politico di democratizzazione delle forme di governo nazionali e l’età primordiale della classe dirigente e politica, lasciò lo Stato preda del sovranismo e del nazionalismo, il quale, se pur concepito dal popolo come l’espressione di appartenenza alla Natio, venne usato come strumento di divisione attraverso un’aggregazione di origine etnica e culturale.
Il ventennio storico delle dittature è noto a tutti.
L’Unione Europea nasce, come anticipato, dallo sfacelo totale risultante dal mix di quanto accennato, facendo leva sulla necessità di dare slancio alla crescita economica e produttiva di un continente in forte espansione industriale ed avente un tasso di natalità sempre più elevato che avrebbe comportato di li a poco una necessità di risorse sempre più quantitativamente e qualitativamente elevata; la CECA (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio) nacque con l’obiettivo di abbattere i confini nazionali e creare un processo di cooperazione e sviluppo economico al riparo dall’esclusione e dall’impoverimento di alcuni popoli a favore di altri.
Dalla scintilla della CECA si è generato un processo che da 12 paesi fondatori oggi ci porta ad essere un’unione che va ben oltre la cooperazione in ambito economico e si dispiega su di un processo di cooperazione economica e vision politica basato su trattati, regolamenti quadro, politiche regionali e di vicinato che concretizzano la vision dei padri fondatori: l’unione dei popoli, la cooperazione internazionale, il dialogo politico. In una parola: Democrazia; l’antitesi della dittatura.
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