A pochi giorni dal termine dell’ennesima proroga al contratto Sangalli, torniamo a chiedere aggiornamenti sull’appalto per la gestione dei rifiuti.
Chiediamo aggiornamento sulle attività svolte e su quando si prevede di completare la procedura di gara, dando inizio al nuovo servizio. Lo chiediamo anche depositando un’interrogazione in forma scritta.
445 mila euro è il costo per un anno di ritardo nell’affidare il nuovo servizio,
445 mila euro che corrispondono a circa 40 mila euro per ogni mese di proroga dell’attuale servizio.
Questo è il costo che ricade sui cittadini, le attività commerciali e le aziende monzesi, come tassa rifiuti: circa 40 mila euro per ogni mese di proroga dell’attuale servizio.
E’ questa una semplice stima ottenuta per differenza fra il costo del servizio pubblicato nell’ultimo PEF, votato dal consiglio comunale a fine 2018, e il costo stimato per il nuovo servizio nei documenti pubblici di gara (ad es. la determina a contrarre pubblicata sul sito del comune).
Questa stima è cauta per difetto, probabilmente. Si basa sul valore a base d’asta. E non tiene conto dei risparmi che si dovranno avere per migliorare raccolta differenziata, maggiori introiti per smaltimenti con CONAI e simili, e altre minori spese per un servizio migliore.
Dicevamo già qualche mese fa che il tempo è denaro, e in questo caso è denaro del contribuente.
La gara per il nuovo servizio rifiuti è molto importante per la città di Monza. Data l’importanza, i passi di sindaco e giunta potevano iniziare appena dopo l’insediamento, a Luglio 2017, invece sono incominciati a Gennaio 2018 (5 mesi dopo), come dalle indicazione dateci dall’assessore qui in aula.
Così la procedura di pubblicazione e aggiudicazione della gara che sarebbe dovuta finire il 30 Settembre 2018 (termine del contratto in corso), invece il 30 settembre è solo iniziata, con molteplici proroghe in corso da parecchi mesi, alle condizioni del contratto attuale, con le possibilità di risparmio per Comune e cittadini congelate. Dicevamo quei 450 mila euro.
Questo ritardo ha un costo economico per i cittadini, ma anche un costo in termini di sostenibilità ambientale e qualità del servizio per i cittadini.
Alcuni esempi:
Monza fa registrare il 65% di raccolta differenziata, nei comuni dell’est-Brianza è oltre l’80%, dove la tariffazione puntuale è attuata da tempo con il sasso rosso, l’Equo sacco, per un bacino di circa 300 mila abitanti. Nell’ovest-Brianza, la raccolta differenziata raggiunge mediamente il 77%.
Nei Comuni di Lissone e Seregno è stato introdotto il sacco arancione, per la raccolta di pannolini e pannoloni, utile sostegno a famiglie con bimbi e anziani.
A Monza il sacco arancione non solo non c’è ancora, ma nelle linee di indirizzo per il nuovo servizio non è previsto.
Per quanto riguarda il riuso: il comune di Lissone ha aperto il centro del riutilizzo, accanto alla piattaforma ecologica comunale. A Monza un progetto simile, molto interessante, che aveva vinto un finanziamento regionale, su progetto proposto dall’associazione Manitese, a cui aveva lavorato il mio compagno di gruppo Egidio Longoni, da assessore, si è poi bloccato per sostegno nullo dell’attuale amministrazione.
Invece abbiamo espresso qui in aula i problemi di sicurezza e ordine che si manifestano alla piattaforma ecologica di Monza.
Infine il lavaggio delle strade senza dover spostare le auto con le famose lance, del programma del sindaco. In importanti città italiane è già attutata una soluzione per questo, che prevede appositi mezzi per il lavaggio strade che possono usare anche le lance con getti d’acqua. A Monza tutto questo ancora non si vede e rimane tutto fermo.
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