Vi ricordate come sembravano lontani i giorni dei ministeri del nord in Villa Reale? Di quella Monza anchilosata e confinata in sé stessa? Una Monza che i grandi appuntamenti, guarda caso, evitavano con cura. Sembravano. Perché dalla Monza di Allevi, dei taser e dei cani antidroga scappano tutti.
Se ne va la Triennale di Milano, che ha deciso di non rinnovare il contratto di subconcessione con la società che gestisce gran parte della Villa Reale di Monza e, dopo un anno di “deserto musicale” nonostante le “sette edizioni di Brianza Rock Festival, il concerto di Manu Chao, il Gods of Metal, I-Days/BRF e I-Days Milano con un cast artistico mondiale che hanno portato a Monza 440mila spettatori-visitatori nell’ultimo triennio”, se ne va anche il Mima (Monza italian music awards) che non si farà nemmeno sabato 6 ottobre.
Insomma, la narrazione di Allevi e soci sta dando i propri frutti. Il duro lavoro? Vince sempre: insistere con il presentare timori e ansie alla popolazione non è stato vano. La Monza di Allevi fa talmente paura che scappano tutti.
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