Emerge un quadro grave dal punto di vista giuridico-amministrativo e politico dalla vicenda che riguarda la recente sospensione del concorso dei vigili bandito dal comune di Monza. La notizia è stata riportata giovedì 5 luglio da alcuni organi di stampa.
I fatti. I fatti sono chiari. Lo scorso marzo è stato indetto un concorso pubblico finalizzato all'assunzione di 6 agenti di polizia locale con contratto di formazione lavoro per 12 mesi. Si presentano 249 candidati di cui solo 47 vengono ammessi alle prove orali. La graduatoria finale viene formalizzata a inizio giugno ma, inaspettatamente, il 28 dello stesso mese il comune di Monza “blocca” le assunzioni, senza giustificare la decisione. Il motivo viene a galla oggi: risulterebbe tra i vincitori del concorso il figlio della compagna di Piero Romualdo Vergante, comandante dei vigili del comune di Monza e presidente della commissione giudicante il concorso stesso, come si evince consultando la determinazione dirigenziale che nomina la commissione in oggetto, la numero 603 del 2018. Il comandante dei vigili di Monza ha presieduto la commissione che ha nominato 6 nuovi agenti della polizia locale (su 247 candidature) e nel sestetto ci sarebbe il figlio della sua compagna.
La responsabilità politica. La stampa locale riporta anche le dichiarazioni dell'assessore alla Sicurezza Federico Arena, interpellato a riguardo. Arena dice che “il comandante Vergante non faceva parte della commissione giudicatrice del concorso”. Questo è falso, perché la determina dirigenziale stabilisce esattamente il contrario. Possibile che Arena non sia stato capace nemmeno di verificare questo elementare ma decisivo dettaglio?
Arena dice anche che sta “verificando”. Ma dal 28 giugno (giorno in cui il comune ha sospeso il concorso) a oggi le verifiche dovevano essere state già ampiamente effettuate e tutti i documenti trasmessi alle autorità amministrativo-giudiziarie.
Ha scelto il silenzio, invece, Anna Maria Di Oreste, assessore alla Legalità. Un profilo amministrativo così peculiare come quello rappresentato da Di Oreste, la quale, ricordiamo, è assessore alla Legalità e Trasparenza, glissa. Nel frattempo la data delle assunzioni risulta differita.
Legalità e sicurezza? Secondo quanto riportano gli organi di stampa, dunque, il comandante dei vigili scelto dall'amministrazione di centrodestra, ovvero l'uomo che rappresenta le innumerevoli promesse di legalità e di sicurezza della gestione Allevi, sembra alle prese, quantomeno, con un conflitto di interesse molto grave.
Come Partito Democratico chiediamo chiarezza assoluta, la piena assunzione di responsabilità dal punto di vista politico e auspichiamo qualcosa di diametralmente opposto da quanto offerto dall'amministrazione, ovvero il silenzio dell'assessore Di Oreste e le bugie dell'assessore Arena.
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