Mercoledì 2 novembre in compagnia della eurodeputata Alessia Mosca, della scrittrice Ketty Caraffa, dell’avvocato Caterina Casula, specializzata in diritto del lavoro, parleremo di lavoro agile. Ma cosa si intende per smart working? Esso è una forma di flessibilità lavorativa nel rapporto di lavoro subordinato già messa in atto da alcune aziende sia con singoli lavoratori che in forma collettiva attraverso specifiche intese sindacali.
Possiamo dire inoltre che lo smartworking non rappresenta una nuova tipologia contrattuale, ma una modalità diversa di esecuzione della normale prestazione dovuta senza imporre uno specifico luogo di lavoro.
Importante sottolineare che il lavoro agile si differenzia anche dal telelavoro; in quest’ultimo caso, infatti, il datore di lavoro è tenuto a porre a disposizione del dipendente una postazione di lavoro fissa ove questi sarà tenuto a svolgere l’attività assegnata.
Perché questa forma lavorativa flessibile dovrebbe diffondersi? Perché essa, come già avvenuto e constato in molti casi aziendali,
consentirà di rispondere, da un lato, all’esigenza dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici di meglio coniugare i tempi di vita e di lavoro, e, dall’altro lato, alle imprese di ridurre strutture fisse e costi.
Lo smart working oggi significa quindi anche un’opportunità di risparmio per le imprese, sia a causa delle agevolazioni previste in tema di detassazione, sia a causa della esclusione delle indennità legate a trasferte e missioni, condizione che potrebbe risultare infatti assente per il lavoratore agile essendo probabilmente questo già presso il territorio di riferimento.
In assenza di divieti normativi, la modalità di esecuzione del lavoro agile può essere adottato da ogni impresa, per le prestazioni che non necessitino di presenza in azienda o di uso di specifiche attrezzature.
Dagli ultimi studi emerge la fotografia di un fenomeno con grandi potenzialità non solo di espansione ma anche di miglioramento della produttività , un fenomeno, si spera, non di moda ma relativo ad un vero ripensamento del modello organizzativo aziendale.
“Al centro di tutto deve esserci l’idea di lavorare (e valutare il lavoro) su obiettivi e non più su mansioni, nonché la necessità di dotare i lavoratori degli strumenti tecnologici adeguati.”
Mercoledì 2 novembre alle ore 20.00 presso l’Urban Center di Monza, insieme alle nostre relatrici ci chiederemo e valuteremo come ed in che modo questa nuova forma di collaborazione possa aiutare il mondo femminile a conciliare lavoro, casa, famiglia.
Vi aspettiamo numerose e numerosi.
Nel corso della serata ci sarà anche un piacevole intervallo teatrale in cui l’attrice Angela Villa ci proporrà una lettura musicale di testi inerenti al lavoro femminile.
A Mercoledì.
Il Circolo legalità e diritti civili del Pd di Monza
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