“Come già detto nelle settimane scorse, il Comune ribadisce che ogni installazione prevista nel cosiddetto progetto chioschi, dovrà passare al vaglio delle autorità competenti, comunali e preposte alla tutela dei beni storico ambientali”.
Lo dichiara l’assessore alle Attività economiche, Carlo Abbà, commentando l’annunciato ricorso alla Soprintendenza da parte di un gruppo di associazioni culturali. “Ciò che il Comune ha sinora approvato, per quel che gli compete, – ricorda l’assessore – è una proposta di massima di un privato, per altro approvata dopo una gara ad evidenza pubblica, che prevede un massimo di 13 installazioni in città, di misura variabile, dai 20 ai 70 mq a seconda delle ubicazioni. Un intervento che in ogni sua singola applicazione dovrà non solo essere compatibile con il contesto storico cittadino ma anche essere complementare con l’offerta commerciale dello specifico sito in cui si andrà a collocare il chiosco”.
“Il Comune, – prosegue Abbà – pur non essendone il promotore, approva l’iniziativa perché migliora tra l’altro la capacità di accoglienza e di informazione ai turisti della ricca offerta culturale cittadina. Inoltre costituisce un presidio contro il degrado e abbandono di alcune aree cittadine, come per altro più volte denunciato da comitati e cittadini. L’amministrazione, allo stato, non ha comunque ancora ricevuto una proposta dettagliata da esaminare. Alla Soprintendenza vanno sottoposti progetti esecutivi, non certo idee di massima.
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