A fine novembre si è tenuta una sessione dell'Assemblea Cittadina sul tema dei "Richiedenti Protezione Internazionale"ÂÂ (Profughi) con l'obiettivo di fornire le conoscenze necessarie, utili anche a "smontare" luoghi comuni e propaganda oggi imperante su questo difficile tema.
Ci hanno aiutato la Dott.ssa Anna Piazza di Caritas e Massimiliano Giacomello del Consorzio Comunità Brianza, che gestisce buona parte dei Centri di Accoglienza presenti a Monza e Brianza
In questi articolo, esporremo una sintesi delle comunicazioni, rispondendo alle affermazioni e domande più ricorrenti.
1) “Arrivano da noi Clandestini, Migranti, Profughi…ma chi sono?”
La stragrande maggioranza di persone che arrivano da paesi a causa di conflitti e guerre sono “Richiedenti Protezione Internazionale”; infatti l’Asilo Politico,è uno dei diversi tipi di protezione che può essere accordato ad un migrante.
2) “Ma cosa succede dopo che sbarcano a Lampedusa o entrano nei nostri confini?”
La gestione dell’accoglienza dei migranti è stata recentemente ridefinita a livello legislativo D.L. 142 – 18 Agosto 2015. In esso l’accoglienza è assicurata fino alla decisione della Commissione territoriale, nel caso di risposta positiva al ricorso alla persona, viene riconosciuta una protezione, che gli permette di entrare nel progetto SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati”).
Le fasi dell'Accoglienza
Le fasi attuali del percorso di accoglienza, riferite all’arrivo via mare dei migranti, sono:
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soccorso da parte delle forze Frontex (progetto europeo)
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prime visite mediche
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invio in uno degli HOTSPOT NAZIONALI (Trapani, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampedusa)
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viene poi operata la suddivisione dei nuovi migranti su base regionale e quindi i migranti vengono inviati negli HUB REGIONALI (Bresso in Lombardia)
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infine i migranti vengono suddivisi negli HUB PROVINCIALI delle diverse Provincie (nella nostra Provincia gli Hub sono a Monza in Via Spallanzani e ad Agrate).
A questo punto il migrante formalizza la sua richiesta di protezione, che, se accolta, verrà classificata in uno di questi tre livelli: Protezione umanitaria (durata 2 anni) , Protezione Sussidiaria (durata 5 anni) e Asilo Politico (durata 5 anni).
Per tutti è prevista la rinnovabilità del permesso e la sua conversione per motivi di lavoro; il ricongiungimento con i familiari; il mantenimento del nucleo familiare e medesimo trattamento del cittadino in materia di assistenza sociale, sanitaria e di accesso all'edilizia pubblica.
3) “….”siamo invasi dai milioni di profughi” e non possiamo accogliere tutti…. “non abbiamo i soldi per i “nostri” e ci permettiamo di buttare milioni di euro di euro per “loro”?”
Quanti sono in realtà?
In tutta la Provincia di Monza e Brianza sono 993 quelli nei centri di accoglienza e 36 quelli del programma Sprar.
Quanto ci costano?
Per ogni richiedente protezione internazionale il bando nazionale prevede una spesa di 35 €.
Di questa cifra, solo 2,50 € vengono dati direttamente alla persona richiedente protezione.
Tutto il resto viene speso per stipendi degli operatori, affitti e consumi; il che significa, tra l’altro, che questi soldi “rimangono” sul territorio in termini di lavoro e consumi ! Una percentuale significativaÂÂ dei 35 € deriva dai Fondi Europei per l’integrazione. Ri spetto al totale della spesa pubblica nazionale, il costo dell’accoglienza rappresenta lo 0,14%.
4) “Accoglienza, accoglienza…ma dove li mettiamo che non abbiamo gli spazi… e poi sono tanti e tutti insieme, che cosa fanno tutto il giorno… sono un pericolo per i paesi e le città….
I Luoghi dell'Accoglienza
I diversi luoghi fisici in cui un migrante può essere accolto sono:
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I CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA, attivipraticamente solo nelle Regioni del SUD.
Le persone che godono del programma SPRAR sono attualmente circa 20.000 e dovrebbero crescere a 40.000.
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I CAS (CENTRI ACCOGLIENZA STRAORDINARIA), che operano su “mandato prefettizio” in base ad un bando di gara i cui contenuti sono stati definiti a livello nazionale. I I o i CAS quelli prevalentemente utilizzati nella nostra Provincia.
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I CIE (CENTRI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE),istituiti nel 1998 con il D. L. 268/98 (c.d. Legge Turco-Napolitano) come strutture preposte al trattenimento degli stranieri irregolari destinati all'espulsione
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I CARA (CENTRI ACCOGLIENZA RICHIEDENTI ASILO), istituiti nel 2008, dove il richiedente asilo soggiorna, con la libertà di uscire dalla struttura nelle ore diurne, in attesa di essere identificato e di accedere alla procedura di riconoscimento dello status di rifugiato
Il Modello utilizzato dal Consorzio R.T.I Bonvena in Brianza è quello dell’ “ospitalità diffusa” : questo significa che i migranti vengono ospitati in piccoli gruppi in appartamenti di privati, che vengono affittati a prezzi di mercato. Il modello è stato adottato come prassi e non perchè sia esplicitamente richiesto dal bando di gara nazionale. Tale modello ha finora funzionato molto bene, garantendo il minimo impatto dell’accoglienza sul territorio.
Per la Brianza: gli HUB PROVINCIALI (Monza via Spallanzani e Agrate) e Comuni della nostra Provincia che ospitano richiedenti protezione sono 30 su 55.
Nel corso dell’incontro l’Assessore Cherubina Bertola ha chiarito come i Comuni non abbiano formalmente ruolo nell’accordo tra Prefettura e Operatori. La nostra Amministrazione ha però deciso che è molto più utile essere comunque un attore di questa complessa partita, rispetto a subirla e non aver alcuna voce in capitolo nelle scelte operate.
5) Cosa possono e non possono fare?…
E’ stabilito che i richiedenti protezione non possono svolgere “lavori socialmente utili” ma possono offrire la loro attività nell’ambito di un “protocollo di volontariato”.
I minori non accompagnati , sia che richiedano esplicitamente protezione sia che non lo facciano, devono essere comunque accolti dal Comune in cui viene rilevata la loro presenza.
A Monza ogni anno sono mediamente 15 i minori non accompagnati accolti.
Infine cosa accade quando una richiesta di protezione internazionale viene accolta ?
La persona entra automaticamente nel programma SPRAR e questo garantisce che la persona venga formata al fine di aumentare la sua possibilità di integrazione sociale.
Un incontro quindi che senza rimuovere la complessità dei problemi, è stato molto utile asfatare luoghi comuni ricorrenti e dare una idea che in Italia e in Brianza c’è un sistema, ci sono risorse economiche, professionali e volontarie in grado di “governare” questa presenza complessa di persone che hanno il diritto di essere accolte dopo avere vissuto vere e proprie tragedie famigliari e personali.
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