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ISIS e sondaggiNel sondaggio "Scenari di un’Italia che cambia", fatto da SWG in Aprile, sono state poste agli italiani precise domande riguardanti l’immigrazione e l’ISIS. Le posizioni prese sono diverse, ma alla popolazione, a differenza delle istituzioni (specialmente quelle europee), è chiara una cosa: è il momento di agire.

Vi è forte preoccupazione per quanto sta avvenendo nel mondo arabo: l’82% degli intervistati lo dichiara, e sono ancora di più quelli preoccupati per il rafforzamento dell’ISIS in Libia, così vicina alle nostre coste.

I maggiori timori sono noti a tutti, dal crollo degli interlocutori arabi moderati, alla paura di attacchi terroristici in Italia fino al timore che l’autoproclamato Stato Islamico, per via di quella poca distanza che ci separa, inizi la sua guerra agli infedeli del Vecchio Continente a partire dai nostri cari territori.

La popolazione chiede che il nostro Paese sia il Campione europeo contro l’ISIS, in molti credono nell’intervento diplomatico, ma non sono pochi quelli che non escludono un intervento militare (26%); chiaramente non ci si aspetta che si intervenga da soli, tutti hanno la convinzione che l’intervento, quello diplomatico e, soprattutto, quello militare, debba essere in concerto con gli altri paesi europei e in particolare con l’ONU.

Il Governo su questo è stato lungimirante, la nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, criticata dall’opposizione a suo tempo perché poco significativo come incarico, risulta cruciale per fare sentire con maggiore forza la voce degli italiani nelle scelte di politica estera; l’unico problema è la doppia faccia di alcuni paesi europei (no! Questa volta non è la Germania) che spendono parole di sostegno in parlamento, rifiutandosi poi di votare in quella direzione in Commissione Europea.

Un esempio di questi comportamenti è ben visibile sul tema dell’immigrazione, dove da mesi gli appelli dell’Italia vengono lasciati in un limbo di belle parole e pochi atti concreti, come peraltro ha ribadito la scorsa sera del 17 Aprile l’europarlamentare Democratica Patrizia Toia, nell’incontro Monzese Tra Europa e Medioriente, che lotta in parlamento insieme ai Socialisti & Democratici di tutta Europa perché ci sia una presa di coscienza della drammatica situazione.

La questione dei migranti è divenuta ormai esplosiva; che il numero di accoglienze italiane vada ridotto è il pensiero della stragrande maggioranza degli italiani (il 75%), e non solo di quelli caratterizzati da un certo colore politico; il problema è il Paese di sbarco: così come gli italiani non vogliono che così tante persone sbarchino sulle nostre coste, così i migranti non vogliono sbarcare ed essere accolti in Italia. Per il Trattato di Dublino è il Paese dove approdano quello che li deve schedare ed accogliere, al momento solo la Germania ammette dei migranti schedati in Italia, chiudendo più di un occhio riguardo al suddetto Trattato. La speranza è che dopo i tristi fatti di questi giorni qualcosa cambi per davvero.

Degna di nota è anche la percezione che gli italiani hanno dei musulmani in generale, il 64% è convinto che l’integralismo islamico sia preponderante tra i fedeli di Maometto, e ciò spiega la sostanziale chiusura nei loro confronti.

Il popolo chiede perciò azione poiché la situazione è d’ora in ora sempre più drammatica.

Intervenire d’altra parte richiede una conoscenza approfondita della situazione che l’Europa pare non avere.

L’appello è che non si perda tempo in chiacchere e si arrivi presto ad un piano d’azione ben definito.

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