Una manovra “a espansione qualificata”, così il Ministro dell’Economia Padoan ha definito la Legge di Stabilità 2015, a sottolineare l’obiettivo di rilanciare la crescita, e di affrontare problemi cronici come quello del costo del lavoro, con risorse limitate ma con misure qualitativamente efficaci, e tenendo comunque in ordine i conti pubblici.
La conferma del bonus Irpef di 80 euro, l’esclusione della componente lavoro dall’Irap, la totale decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, la temporanea possibilità per i lavoratori del privato di scegliere di avere in busta paga un anticipo del Tfr, una riduzione di tasse e contributi su imprese e famiglie che nessun governo ha mai fatto in queste dimensioni: sono i tratti distintivi – insieme alle misure di “spending review” e al rafforzamento della lotta all’evasione fiscale – di una manovra anticiclica, nata dalla consapevolezza che l’Italia si trova in una situazione di recessione ormai da tre anni e dalla determinazione ad arrestare questa china.
La Legge di Stabilità, uscita ulteriormente migliorata grazie al lavoro svolto in Commissione e soprattutto grazie al ruolo svolto dai deputati del Pd, ha insomma un chiaro carattere espansivo, ed ha l’ambizione di rimettere in circolo, nel Paese, l’elemento essenziale per poter ripartire davvero, per tornare a vedere il segno più quando si guarda l’andamento del Pil: la fiducia.
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