Un consigliere comunale e un ex consigliere della vecchia provincia - appena rieletto in quella "nuova". Un dirigente presso una società di telecomunicazioni internazionale del gruppo British Telecom e un funzionario dell’Inps di Monza. Alberto Pilotto e Mimmo Guerriero sono i due candidati alla nuova segreteria cittadina del PD: il 15 ottobre l’assemblea monzese sceglierà uno dei due. Ecco, intanto, come si presentano.
Alberto Pilotto: perché, secondo te, dovrebbero votarti?
Perché sono una persona nuova nel panorama del partito a livello monzese. Non ho legami precedenti, sono trasversale e aperto al confronto con tutti. Questo secondo me è un fattore importante, perché il partito ha bisogno di una forte unità. È importante trovare qualcuno che lo gestisca “super partes”. Io sono pragmatico e concreto e ho esperienza in ambito organizzativo.
Cos'è per te il Partito Democratico e su quali basi si fonda o si dovrebbe fondare?
Il PD è il primo e unico partito a cui mi sono iscritto, è il più vicino a me a livello ideale. È un partito capace di confrontarsi, le persone al suo interno non la pensano tutte alla stessa maniera. Si fonda sui valori tradizionali della sinistra: l’uguaglianza, il rispetto dell’avversario, l’attenzione nei confronti degli ultimi, la solidarietà. L’attenzione maggiore ora dovrebbe essere rivolta al mondo del lavoro e alle persone in difficoltà.
Apriamo il capitolo amministrazione: chi è per te Roberto Scanagatti ? Si può andare contro una sua direttiva?
Per me Roberto Scanagatti è un ottimo sindaco, ha una competenza che è, alle volte, quasi esagerata: non c’è tema che lui non conosca – lo dico con ammirazione . Ha la capacità di decidere e ha una visione strategica: sa dove vuole andare. Non mi trovo in disaccordo con nulla. Certo, alcuni punti del suo mandato non sono ancora stati portati a compimento, ma c’è ancora tempo. Ad ora la sua linea per me è pienamente condivisibile.
Consiglieri comunali: una risorsa certamente fondamentale per il Partito. Anche se non presenziano alle assemblee cittadine?
La difficoltà è nel poco tempo a disposizione. Bisogna trovare il modo per riallacciare il rapporto, in maniera più stretta, in modo tale da creare, e scambiare, il maggior flusso possibile di informazioni. L’assemblea cittadina dovrebbe fornire una linea politica, il consiglio comunale deve saper comunicare le idee e le necessità più importanti. A seconda dei temi trattati nell’assemblea cittadina, sarebbe utile che fossero presenti i consiglieri più esperti, e viceversa.
Un dilemma ormai “storico”: potere all'assemblea o potere agli iscritti?
Potere agli iscritti, assolutamente.
Ritieni che l’organizzazione territoriale in circoli di cui Monza si è dotata sia ancora valida?
Qualcosa dovrà assolutamente cambiare, mancano davvero ormai delle presenze nei circoli. Se c’è massa critica, ha senso il dibattito politico nei circoli. Dovranno trasformarsi per rimanere attivi: sono importanti sul territorio. L’esecutivo, secondo me, dovrebbe prendere decisioni più operative, con la presenza di persone che possano diventare responsabili per quanto riguarda alcune tematiche specifiche. Importante è saper coinvolgere il maggior numero di cittadini.
Per finire tre risposte secche: il quotidiano che leggi più spesso, il nome di uomo da "Pantheon della sinistra (o del centro sinistra)" e la prima iniziativa da segretario cittadino.
Leggo alternativamente “Il Corriere” e “La Repubblica”. Un uomo “da pantheon” secondo me potrebbe essere Romano Prodi, per la capacità operativa che ha dimostrato quando è stato al governo. Se guardiamo anche all’estero, cito allora Tony Blair. La prima iniziativa da segretario sarebbe indire un’assemblea per confrontarsi sui temi caldi del momento: la fibrillazione del partito a livello nazionale non deve ricadere anche sul partito a livello cittadino.
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