"L'Italia è un'opportunità, sta cambiando in modo positivo e la discontinuità che si sta concretizzando, anche a livello politico, è utile e necessaria". Non è la dichiarazione di un renziano entusiasta, ma sono le parole di Larry Fink, il numero uno di Blackrock, il maggiore fondo di investimenti del mondo.
Stiamo parlando di 4.400 miliardi di dollari di patrimonio gestito, che equivale a circa 10 volte la capitalizzazione totale di Borsa Italiana.
La convention annuale dei 150 top manager del fondo USA è stata organizzata per la prima volta a Milano a fine aprile: tre giorni di full-immersion tra Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, e l'Hotel Principe di Savoia.
Non sappiamo se, durante la loro permanenza, abbiano fatto shopping nel quadrilatero della moda, ma sicuramente nel 2014 hanno speso parecchio in Italia: Blackrock detiene il 5% di Intesa Sanpaolo, il 5% di Unicredit, il 7% di Banco Popolare, il 3% di Mps e il 5% di Telecom.
E non sono stati i soli a fare acquisti in Italia in questi ultimi mesi: il fondo americano Blackstone ha il 20% di Versace, la Banca Popolare Cinese ha quote del 2% di Enel e Eni.
Si tratta di investimenti finanziari, incoraggiati anche dalla convenienza delle quotazioni di istituti di credito e di aziende italiane, mentre ancora latitano gli investimenti diretti dall'estero, tenuti lontani dall'opprimente burocrazia e dal peso del cuneo fiscale.
Ma sono segnali forti di un rinnovato interesse degli investitori internazionali per il nostro Paese, ritornati a comprare dopo la fuga precipitosa del 2011-2012.
Di qui lo spread sceso stabililmente sotto i 200 punti base, gli indici di fiducia e i giudizi delle agenzie di valutazione che cominciano a migliorare.
C'è grande interesse anche per le annunciate privatizzazioni e dismissioni di asset immobiliari pubblici; è allo studio una collaborazione tra Cassa Depositi e Prestiti e grandi gestori di fondi per finanziare le medie imprese attraverso mini-bond o altre forme di raccolta.
Di fronte a questa corsa allo shopping tricolore, alcuni opinionisti hanno gridato alla svendita a prezzo di saldo e alla colonizzazione passata sotto silenzio.
I manager delle società di gestione estere, come Alberto Viganò di Blackrock, nelle interviste hanno sempre affermato di " investire solo in un'ottica di lungo periodo, senza voler condizionare le scelte delle aziende o puntare alla speculazione mordi e fuggi".
I report delle principali banche d'investimento consigliano di investire sull'Italia: "un mix di politica e rendimenti alti" sintetizza in un'intervista al Corriere della Sera Federico Imbert, responsabile di Credit Suisse. per l'Italia.
"C'è molta fiducia in Matteo Renzi e nel governo. C'è apprezzamento per le riforme che ha messo in campo e che vanno nella direzione di rendere l'Italia più governabile: dalla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, al bonus in busta paga e alla restituzione dei debiti della Pubblica Amministrazione".
Ammonisce però Imbert: "Il rischio maggiore è che non sia permesso a Renzi di fare le riforme: senza riforme la grande fiducia che c'è sull'Italia subirebbe inevitabilmente una battuta d'arresto".
Ed ecco il punto: da recenti sondaggi è emerso che quella che i grandi investitori accordano a Renzi è una "fiducia a tempo" e che un eventuale impasse nel processo delle riforme potrebbe indurli a liquidare le posizioni sull'Italia.
La mitica e mortale "palude" che ha condannato Letta potrebbe risucchiare anche chi si è messo a correre veloce e che tutti aspettano al traguardo!
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