La lunga trattativa terminata nelle notte di mercoledì 10 aprile è riuscita alla fine a limitare gli eseuberi della Micron a meno di 50 persone, rispetto ai 419 iniziali (di cui 223 previsti nel solo stabilimento di Agrate).
Grazie alla mediazione del governo e alla disponibilità di STMicroelectronics a riassorbire parte degli esuberi prima della scadenza della cassa integrazione, è stato possibile trovare un compromesso, che prevede anche la ricollocazione di parte di 102 lavoratori all'interno della stessa Micron e una buono uscita di 28 mensilità per coloro che decideranno volontariamente di lasciare il posto di lavoro.Il paradosso della vicenda è che Micron non è una società in crisi: in base ai ricavi del 2013, si posiziona al quarto posto della graduatoria internazionale nel mercato dei semiconduttori dietro a colossi come Intel, Samsung e Qualcomm.
La Micron aveva acquisito nel 2010 la Numonycs, una società nata nel 2008 dallo spin-off della parte relativa alle memorie di STMicroelectronics e Intel ma mai decollata a causa della crisi che aveva investito il mercato dei semiconduttori in quegli anni.
Ma dopo essere entrata in possesso del know-how, dei brevetti e dei prodotti di Numonycs, Micron ha deciso di chiudere le linee italiane di Agrate, Catania e Avezzano, lasciando in Italia solo alcuni laboratori di misura, attivando la procedura di licenziamento collettivo per 419 persone e proponendo a circa un centinaio di lavoratori la ricollocazione negli stabilimenti esteri della società americana.
Durante gli ultimi mesi una serie di scioperi e manifestazioni erano stati indetti dai sindacati negli stabilimenti Micron con il sostegno degli ex-colleghi di STMicrolectronics proprio nel tentativo di convincere il governo Italiano a prendere in considerazione la possibile riassorbimenti degli esuberi da parte del gruppo italo-francese.
Mercoledì notte è finalmente arrivata la notizia tanto attesa, anche se purtroppo per circa 50 lavoratori di Micron si prospetta la mobilità.
Report