Venerdì scorso è bastato il tam tam per riempire il Teatro del Binario 7.
Non c’era in scena nessuna rappresentazione teatrale ma un avvenimento forse ancora più importante: Il nostro concittadino, attore e regista Elio De Capitani a raccontare di sé e di quarant’anni dell’Elfo.
Lascio ad altri ben più esperti di me, come la Rivista Vorrei e la bella intervista di Federica Fenaroli sul Cittadino, il compito di descrivere l’approfondimento realizzato in un’ora e tre quarti di intenso e appassionato racconto di Elio.
E’ questa una riflessione personale che cerca di descrivere alcuni tratti personali e caratteriali di De Capitani da me percepiti negli anni alla luce di una saltuaria ma per me significativa frequentazione, cercando anche nel finale di raccogliere alcune affermazioni e definizioni fatte nel corso della serata riguardo al teatro ma che possono valere anche per il mondo della politica in generale.
Ho avuto la fortuna e modo di conoscere Elio De Capitani attraverso Michele Faglia che lo aveva chiamato a darci una mano nella vincente campagna elettorale del 2002, alla quale Elio aveva risposto e concorso con generosità e impegno. Successivamente l’ho reincontrato quando partecipava alle Assemblee dell’allora: Associazione per l’Ulivo, incontri nei quali non faceva mai mancare “provocazioni” utili e profonde ma anche grande sintonia, solidarietà ed empatia molto necessarie in quel periodo così pieno di incertezze ma anche di speranze di rinnovamento.
Ho sempre percepito Elio, come una persona capace di tenere insieme profondità e ironia, curiosità senza pregiudizi con chiarezza di analisi e di scelte, carisma istrionica dell’uomo di teatro con umiltà e attenzione alle persone.
Una persona che malgrado “le sue 48 ore vissute nelle 24”, non ha mai fatto mancare la sua presenza e adesione alle associazioni e alle forze politiche che ne hanno richiesto la presenza nella nostra città. Descrivere Elio De Capitani, significa obbligatoriamente fare uno+uno, perché è inscindibile la sua storia di vita e teatrale con la sua compagna Cristina Crippa altrettanto attrice brava e donna generosa e carismatica.
Se la sua scelta di vita personale e professionale è stato il teatro, Elio ha sempre svolto una “funzione politica”: nelle scelte dei testi teatrali messi in scena, nell’avere realizzato il sogno dopo 30 anni di una nuova “casa del teatro (l’Elfo-Puccini di Corso Buenosaires), nella battaglie fatte a livello nazionale e a Milano per fare adeguatamente riconoscere la funzione sociale del teatro, nell’aver messo in piedi prima e dirigere poi una vera e propria Impresa sociale che ha prodotto cultura e lavoro, nell’essere presente individualmente con entusiasmo nei momenti più importanti (nelle primarie come nelle campagne elettorali) delle scelte del centrosinistra con autonomia e con adesione.
Del racconto di Venerdì sera, riprendo alcune riflessioni che valgono per la storia dell’Elfo, per Elio De Capitani e la sua idea di essere e fare teatro ma possono (forse) essere anche rilette come sistema di valori per chi oggi è sul fronte dell’impegno amministrativo, politico, sociale, associativo.
Azzardo di conseguenza alcune forzate fotografie a specchio tra teatro e politica.
Dice De Capitani : Il teatro è tale se è luogo collettivo che mette al centro le relazioni e la comunicazione : tra chi “recita” e con il “pubblico” inteso come soggetto partecipante e non come cliente. Il teatro nasce ad Atene si realizza nella relazione tra polis e democrazia
Noi potremmo dire: la politica è sì l’arte del governare, del costruire risposte a bisogni e problemi ma la politica è tale se è capace di mettere anch’essa al centro la “relazione” e la comunicazione tra eletti ed elettori, tra dirigenti e base, tra amministratori e città. Possono cambiare le forme e le modalità della democrazia ma non l‘esistenza della democrazia come luogo della relazione e partecipazione .
Nel libro prodotto dall’Università degli Studi in occasione dei 40 anni dell’Elfo, c’è uno slogan: “se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lento vai insieme; De Capitani sostiene anche, che “l’attore protagonista è importante ma solo se è dentro un luogo e una storia collettiv, nella quale, a volte, sono i “personaggi minori” ad essere i più importanti
Un slogan che sembra un paradigma attualissimo per la stagione politica che stiamo vivendo. Stagione nella quale stiamo vivendo nel precario equilibrio tra il bisogno di essere veloci ed efficienti nelle scelte da fare in una società che cambia velocemente e nel contempo nella necessità di non perdere per strada i pezzi della complessità sociale e della partecipazione dei molti importanti “attori minori” della politica che sono l’essenza della democrazia.
Infine riporto un dato confortante ed ai più sconosciuto citato da Elio De Capitani, al termine della sua prolusione: in Lombardia (e non solo) nell’ultimo anno ci sono stati più spettatori che sono andati a teatro di quelli che affollano gli stadi!
Possiamo quindi ben dire che anche Elio De Capitani e il teatro in Italia ha fatto goal!
Per saperne di più:
Elio De Capitani: incontro con ? il maestro del Teatro al Binario 7 (Vorrei.it)
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