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La_costituzione

Con un forte afflusso di pubblico, la Sala Maddalena ha accolto Carlo Smuraglia presidente nazionale dell’ANPI,  Annamaria Di Oreste presidente del Tribunale di Monza, Dario Pirovano di Cgil Monza e Brianza, Valerio d’Ippolito referente di Libera per  Monza e Brianza.

A fare gli onori di casa Loris Maconi, presidente  provinciale Anpi e Rosella Stucchi presidente Anpi di Monza, la quale in apertura ha salutato lo storico ex presidente Egeo Mantovani, Presidente onorario della nuova ANPI provinciale di Monza-Brianza, sorridente e un po’ schivo come suo solito, presente in prima fila.

Sindaco di Monza, per il primo intervento di saluto.

Qui sintetizzo le sue parole e i sei interventi.

Roberto Scanagatti: dove andrà a finire questo nostro Paese? È la preoccupazione del Sindaco, che rifiuta il fatto che sia modificata la Costituzione solo per la necessità di cambiare alcune cose, vedi costo della politica; o il bicameralismo perfetto, che dà qualche problema ma peggio sarebbe una pericolosa deriva populista, falsamente basata  sui veri e necessari superamenti di problemi di semplificazione. L’innesco di tali argomenti non può e non deve far passare decretazioni d’urgenza, né tanto meno deve passare il presidenzialismo,  (http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_presidenziale)  che affosserebbe la carta Costituzionale.

Loris Maconi: c’è troppo silenzio nei mass media sulla prossima revisione della Costituzione! Si sta progettando il futuro e non se ne parla! Occorre il massimo di attenzione, presenza e vigilanza; partecipare, essere consapevoli. Le modifiche di Camera e Senato, le modifiche dei rapporti tra gli enti locali, sono cose da discutere, ma senza stravolgere la Costituzione. Il disegno di legge per modificare l’art. 138 Costituzione esclude il coinvolgimento delle componenti la nazione Italia! Nel merito e nel metodo, l’ANPI rivendica il suo ruolo, insieme con altre forze sociali che esistono e devono partecipare, per frustrare qualunque tentativo si sconvolgimento dell’attuale struttura costituzionale parlamentare. La Resistenza, per costruire un nuovo Stato democratico dopo il fascismo, ha dato il suo miglior frutto finale nella Costituzione e anche per questo deve essere tutelata.

Valerio D’Ippolito: nel 2014 potrà esplodere la rabbia sociale perché aumenta da troppi anni il divario tra tutelati e non tutelati (quanto sagge, dico io, erano le parole molti anni fa di mio padre: sbaglia il sindacato a proteggere chi il lavoro ce l’ha, deve tutelare chi non ha lavoro, diceva).

Rifare la Costituzione – continua D’Ippolito– non risolve tale problema. Anzi esiste il pericolo che i giovani possono essere fagocitati da populismi vecchi e nuovi. Prosegue D’Ippolito: è la legalità il metodo da usare per migliorare le condizioni dei cittadini! come insegna Don Luigi Ciotti perché un terzo dell’Italia non ha investimenti a causa della mancata sicurezza contro la delinquenza organizzata.

Annamaria Di Oreste: non esistono ragioni particolari per cambiare la Costituzione. La crisi economica, la società bloccata non sono da addossare alla Costituzione, ma ad una cattiva gestione della funzione politica e di governo. C’è ipocrisia nell’indicare le ragioni per le quali si vorrebbe modificare il testo. Ed in ogni caso è dal 1983 che si parla di modificare; però mai è stata prevista la partecipazione dei gruppi, associazioni e formazioni democratiche, che esistono numerose in Italia. Le procedure, il come si vorrebbe metter mano (io direi mano-mettere…) alla revisione della Costituzione, lasciano indignati la cittadina e il magistrato.

Dario Pirovano: occorre  coinvolgere i vari soggetti sociali; la democrazia sia partecipata;  il decisionismo è di segno opposto alla democrazia partecipata; la crisi economica e le domande di forme nuove di partecipazione non devono sfociare nella campagna di de-regolazione del Pubblico (e– dico io –   cosa c’è di più pubblico della Carta Costituzionale? della casa di tutti gli Italiani?).

Prosegue Pirovano: è preoccupante che si stiano saldando crisi economica e “sentire” contro la Costituzione!  Occorre dire no al metodo e no al merito, perche è fondamentale condividere le scelte; ridare legittimazione alla democrazia, evitare l’antipolitica; rafforzare le istituzioni e il pubblico; il sindacato è a disposizione e si mette a disposizione.

Le conclusioni di Carlo Smuraglia meritano, per la densità delle valutazioni, la profondità del discorso, la chiarezza dell’esposizione, ben più di poche righe.

Qui cerco di farne una stretta sintesi, non escludendo di ritornare sul suo pensiero, perché la modifica della Costituzione – ove avvenisse nei modi e con la fretta prospetta – potrebbe davvero riservarci amare sorprese, a noi e ai nostri figli.

Contento per la folta presenza di pubblico sul tema della Costituzione, Smuraglia ha analizzato i fatti e ha messo in evidenza:

  • __la modernità della nostra Costituzione, avanzatissima e basata sulla socialità.
  • __l’importanza di far leva sui giovani, futuri cittadini democratici
  • __l’equivalenza tra la nostra Storia, la nostra identità, le nostre fondamenta con la Costituzione
  • __il come si è arrivati a questo stato di voler modificare l’articolo 138 Cost.
  • __l’uscita dalla crisi, che si ottiene non modificando la Costituzione, ma rispettandone i valori fondamentali
  • __le difficoltà di oggi come conseguenza di 20 anni di malgoverno.
  • __le priorità: cambiare questa politica; affrontare la questione sociale

__le caratteristiche dell’art. 138: è inserita nelle norme di GARANZIA non a caso 

Il fatto che modificare l’art. 138 modicherebbe ben 69 articoli collegati! diventerebbe una modifica senza fine_addirittura il rischio di eliminare i referendum_occorre stare attenti, vigilare, perché in modo strisciante già con alcuni decreti legge si è già modificato un po’ la Costituzione  di cosa ha bisogno la Costituzione? di essere attuata, non modificata!_e  conclude con fermatevi!

A questo punto, io mi chiedo e chiedo a chi legge di

rispondere alla domanda: chi vuole manomettere la garanzia?

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