Per il ciclo “Sentieri per l’infinito” della Pro Cultura, è stato organizzato un incontro sul “Welfarein Italia” al Teatro Villoresi. Relatore uno dei principali protagonisti nazionali del Terzo Settore: Johnny Dotti Amministratore delegato di “Welfare Italia” Consorzio di Imprese di spazio pubblico non statale.
Quello che segue è una sintesi della sua interessante relazione.
Oggi in Italia si ha una relazione distorta con la realtà. E' necessario far l'amore con la realtà. La realtà è fatta di visibile e invisibile: bisogna avere il coraggio dell'invisibile. Essere realisti oggi è dire che siamo in un momento di crisi straordinaria. Passare dal micro al macro, dal particolare all'universale.
Si può sperare ancora in qualcosa ? Un valore da consegnare ai figli?
E oggi vi è una tensione si direbbe universale per cambiare il paradigma sistemico che lo ha sostenuto finora. E' possibile immaginare un welfare senza ASL, Pensioni ecc. ?
La geopolitica è completamente cambiata e quindi è necessario un punto di prospettiva.
La crisi non solo finanziaria(Heidegger - Occidente al tramonto), ci porta a ripensare su diversi aspetti del vivere:
In questi ultimi 20 anni si è passati dalla società gerarchica alla società piatta.
Ciò comporta difficoltà al rapportarsi con l'autorità. Autorità verticale e orizzontale. Argomento rilevante perchè davanti alla espansione infinita dei bisogni ci si chiede chi stabilisce la loro gerarchia, le priorità ?
Dalla idea collettiva dei diritti si è passati all'idea singola dei diritti.
La democrazia come fiscalità e voto è finita. Con la espansione della democrazia (capitalista) 1 miliardo di persone è stato liberato dalla fame. Naturalmente si devono considerare i relativi costi delle cose che sono successe.
Questo è il momento della più grande diffusione della democrazia che si sia avuto nel mondo. Il luogo che ne è stata la culla non gli basta.
Cosa c'è oltre la fiscalità e il voto? Quale è il punto sul quale ha fallito il terzo settore ?
La famiglia dalla fine degli anni 90 è in depressione. La maggior causa di omicidi in Italia è la famiglia.
Il consumismo e l'espansione infinita della casa, sociale, ambientale, monetaria. Tutto è spinto, gonfiato. L'essere è "essere potente".
Consumo infinito, debito infinito. Il consumo è cosa possiamo essere. Consumare è essere.
La borsa è "panna montata" . Abbiamo sulla testa derivati pari a 10 volte il PIL del mondo.
Però - non dimentichiamolo - così un miliardo di persone sono uscite dalla povertà.
Dobbiamo considerare il welfare solo come costo?
L'espansione del sistema è ormai basata sul concetto che "il mondo gira intorno a te" e "io sono io". Oggi è difficile che i figli riconoscano il padre. Sembra che non si provenga da nessuno.
Si diffondono l'anoressia, l'abulimia, la dipendenza dal gioco. Quasi una "postura" esistenziale generalizzata.
Voi, potenza dell'essere. Voi slegati da tutto. Come è possibile vivere senza relazioni ?
Senza relazioni un individuo è nessuno. Un pò un tu, un egli, un noi ? Dome siamo finiti?
Sul Welfare si devono immaginare legami e senso.
Vanno dal medico con la lista degli esami da fare. Si prescrivono il ceck-up. E che gli esami costano in totale 10.800 euro non glielo dice nessuno.
Tutto è basato sul diritto individuale.
La morte non esiste. Ma non c'è la morte se non c'è la nascita.
E quindi la morte c'entra col welfare.
La crisi è anche occasione. Kairos, momento giusto, tempo di Dio.
Il Signore ci ha messo qui quindi questo è il nostro tempo, il nostro kairos.
Cominciamo a pensare di trasformare il nostro tempo e ipotizzare un nuovo welfare.
Non è più possibile vivere il nostro modo di abitare. L'appartamento è causa di morte perchè separa dagli altri.
Il 60% delle sofferenze delle banche è immobiliare. Si potrebbero fare proposte di gestione e le banche ne sarebbero felici in quanto hanno il 40% di perdita.
Secondo le statistiche gli ultra sessantacinquenni fra poco tempo supereranno gli under venti.
Senza un NOI saremo persi. Senza un NOI il welfare universale è finito.
Bisogna immaginare forme nuove dell'abitare e anche del lavorare. Senza esperienza del lavoro non si fa esperienza di realtà. Per il lavoro sono necessarie gambe, testa e mani. Bisogna connettere il denaro al lavoro altrimenti si parla astrattamente del lavoro.
Da qui viene la necessità di riconnettere Desiderio e Responsabilità.
Curare. Nuovo welfare, nuova cura. Curare ci connota, ci riguarda. Il medico è uno specialista (mia moglie è medico) che cura il singolo.
Che si prenderanno cura della comunità saranno le mutue. Le mutue come in Francia, come in Germania. Rimarranno per la limitazione delle risorse disponibili solo pochi ospedali qualificati.
Vi sarà un grande incremento di imprese profit che si installeranno in supermercati e zone di grande transito per compensare la diminizione degli incassi (crisi economica).
Educare. Scuole pubbliche. La scuola statale come mono-istituzione è alla fine. E' stata necessaria per l'alfabetizzazione, la omologazione della nazione, per definire percorsi graduali di accesso al mercato. 130000 insegnanti nella scuola non ha senso. Sono paradigmi novecenteschi completamente saltati.
In assenza di servizio militare dobbiamo riprendere i periodi di servizio civile. (Non dimentichiamo che il 3° settore non ci sarebbe stato senza l'obiezione di coscienza).
Il periodo di servizio civile recupera energie ora disperse in attesa di un lavoro, prepara al lavoro in modo concreto.
Dobbiamo avere la coscienza di avere curvato, non siamo nella notte, non bisogna vivere la notte.
La scelta tra pubblico e privato oggi è a-storica. Noi siamo trinitari, non binari.
Acqua ed energia sono beni comuni non sono beni pubblici, non sono beni privati: sono ripeto beni comuni.
Il welfare è un bene comune.
E necessario far nascere nuove forme di alleanza sociale, un nuovo capitalismo, nuove alleanze. Ma anche nuove forme costituenti.
Nuovi legami, nuove forme di mutualità, altrimenti non vi sarà la possibilità economica di mantenere i livelli essenziali di assistenza.
E lo vediamo già oggi che dopo 30 anni di euforia dell'io affidiamo il futuro (i bambini) e la memoria (gli anziani) alle badanti.
** Cosa si intende per Welfare State
Active welfare state : ll welfare italiano appare ancora edificato sulla combinazione tra una spesa sociale complessiva inferiore alla media europea e una spesa per le pensioni fra le più elevate. In pratica si ha notevole trasferimento monetario a discapito della fornitura di servizi. I trsferimenti monetari hanno natura selettiva. Ciò produce asimmetrie nelle possibilità di accesso al welfare da parte di ampie fascie di cittadini. Ad esempio i rischi di impoverimento sono ridotti tra i nuclei famigliari in cui entrambi i membri adulti percepiscono un reddito, fatto che rinvia alla necesità di servizi in grado di sostenere il lavoro femminile. L'evoluzione auspicata del welfare è nella nozione di active welfare state nel quale l'intervento pubblico pronuove le autonomie sociali favorendo più libertà, responsabilità, partecipazione dei cittadini. Ad esempio gli interventi a favore dall'assistenza di soggetti svantaggiati rappresentano casi di act. welf. state realizzati con il contributo delle OTS (Organizzazioni di Terzo settore) facendo della impresa sociale un promotore di modernizzazione del welfare italiano.
Impresa Sociale : E' il nucleo maggiormente strutturato ed economicamente rilevante della costellazione delle Organizzazioni del Terzo Settore (OTS). E' oggi individuata come uno dei principali attori extra-statali per la realizzazione di un welfare sottratto al modello lavoristico-assicurativo. Dopo una stagione pioneristica caratterizzata da un forte contributo della parte volontaria e alla elaborazione di modelli organizzativi l'impresa sociale si è consolidata nella forma di cooperativa. Nonostante alterni e discontinui riconoscimenti politico-istituzionali si è giunti alla "legittimità normativa" facendo però emergere anche posizioni critiche con accuse di "snaturamento". Recentemente ai rischi di sussidiarietà subalterna si sono aggiunti la crescita di concorrenza del settore profit. )
Nota di Guido Mauri: I concetti di "Active Welfare State" e di "Impresa sociale" tratti da S. Cominu in Impresa sociale e welfare dal basso - Communitas n. 10 - 07/2006.
Modernità e socialità
La modernità non richiede soltanto di mutualizzare i bisogni, richiede anche di responsabilizzare i desideri. La modernità infatti è anche desiderio. In un tempo in cui la comunicazione ha un'enfasi così alta, noi siamo costantemente sollecitati a desiderare, ad andare oltre i bisogni elementari del vivere; noi abbiamo anche aspirazioni e desideri legittimi. Ciò che li rende legittimi è il fatto che noi ci rendiamo responsabili di essi. Essere responsabile vuol dire costruire - a partire dalla tensione del desiderio - percorsi di approfondimento, di volontà, di cambiamento, di miglioramento, di tenuta nel tempo. Siamo capaci oltre che di mutualizzare i bisogni, di proporre anche percorsi che liberino e responsabilizzino i desideri? Avere aspirazioni significa fare i conti con chi ti sta attorno, il tuo desiderio si realizza nella misura in cui sei capace di fare "innamorare" chi ti sta attorno)
Nota di Guido Mauri I concetti di Desiderio e responsabilità da tratti da J. Dotti in - Impresa sociale e nuovo mutualismo - Communitas n. 10 - 07/2006.
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