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Gli scandali finanziari e politici che in questi ultimi anni sembrano ormai spuntare come funghi sulle prime pagine dei quotidiani per molti cittadini sono il segnale dell’incancrenimento ormai estremo di un sistema di potere vicino al collasso, la cui “asportazione” è necessaria prima che porti l’organismo alla distruzione (leggi: antipolitica).

Il momento è così drammatico che verrebbe quasi difficile trovare nel passato della nostra giovane Repubblica periodi di pari scontento e confusione, escludendo si intende il fascismo e le due guerre mondiali.

A ricordarci però che i conflitti di interesse e le commistioni disoneste tra finanza e politica non sono una novità nella storia d’Italia ci pensa Gian Antonio Stella in occasione della presentazione ad Arcore del suo ultimo libro “I Misteri di Via dell’Amorino”.

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Dopo un breve excursus sui diversi scandali politico-finanziari che avvennero nell’Italia post-unitaria (con tanto di indignazione di popolo pari ad oggi), il giornalista inizia a raccontare la vicenda di Cristiano Lobbia, patriota garibaldino di Asiago e poi deputato del Regno la cui storia è l’oggetto del libro, personaggio che avrà la sfortuna di essere il promotore (sostenuto da un nutrito numero di parlamentari) di una commissione d’inchiesta sulla poco chiara vicenda della “Regìa Tabacchi” (l’operazione era stata approvata dal parlamento grazie ad una compravendita di voti, Lobbia venne scelto simbolicamente proprio a causa della sua rettissima condotta): la “Regìa Tabacchi” infatti era un monopolio la cui concessione venne ceduta ad una cifra molto bassa per un periodo di vent’anni ad un non ben definito “Credito Mobiliare” (la vicenda della Villa Reale di Monza sembra molto simile, N.d.A.). Qui inizia il Calvario del Lobbia che, scampato ad un tentativo di assassinio (in via dell’Amorino a Firenze, da qui il titolo del libro) il quale lo rende inizialmente un eroe nazionale,  verrà poi processato con l’accusa di essersi inventato l’aggressione (i testimoni a suo favore iniziarono misteriosamente a morire) e quindi condannato, anche grazie ad una campagna di stampa denigratoria creata ad hoc e a giudici conniventi con il governo ed il Re (erano da questo nominati all’epoca), in quanto entrambi avrebbero  tratto un guadagno dalla vicenda sotto forma di una “tangente” pagata loro dal Credito Immobiliare.

Purtroppo il Lobbia solo dopo diversi ricorsi e diversi anni venne dichiarato innocente, ma ormai era un uomo distrutto; ritiratosi a Venezia, morì pochi mesi dopo l’assoluzione. Nel frattempo l’inchiesta parlamentare si era insabbiata e nessuno pagò per lo scandalo della “Regìa Tabacchi”. Tante le analogie con il giorno d’oggi: politica corrotta al servizio della finanza, giudici conniventi con i potenti, stampa asservita alla causa di qualcuno e pronta ad agire come perfetta “macchina del fango”.  La corruzione ed il malaffare quindi non conoscono tempo né luogo, visto che come ricorda Stella anche gli Stati Uniti hanno avuto il loro Maddoff del sistema Ponzi o in Germania uno statista come Helmut Koll fu travolto dagli scandali; negli altri paesi però la diff

erenza è che tutti i corrotti e corruttori sono finiti in galera o hanno comunque dovuto dimettersi, in Italia no, né oggi né in passato come dimostra la vicenda di Lobbia (e tante altre). Scopo del libro di Stella, per bocca dello stesso autore, è allora riabilitare figure come quelle di Lobbia in quanto testimonianza che anche in Italia esistono tante persone straordinarie e perbene da cui ripartire per cambiare la triste situazione attuale.

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