Dopo l’intervista a Giuseppe Civati abbiamo incontrato e intervistato Alessia Mosca, giovane parlamentare “monzese”(è nata a Monza nel 75) è inserita nella lista del Pd alla Camera, grazie ai 2662 voti alle “parlamentarie”.
Alessia Mosca entrando in parlamento 5 anni fa ha rappresentato, (pur con la legge “Porcellum”) un primo segnale di rinnovamento generazionale e di presenza femminile importante.
Come Parlamentare è riuscita a tenere rapporti con il territorio monzese attraverso la sua presenza negli incontri cittadini e di Circolo, riguardo in particolare ai temi del lavoro e dell’economia.
Da sempre “paladina” della necessità di creare pari opportunità per le donne in politica e nella società, è molto orgogliosa del fatto che il Pd presenti più del 40% di donne eleggibili nel prossimo parlamento.
In Parlamento cinque anni fa, sei entrata come tutti “nominata” in Lista con il “porcellum” e comunque rappresentando l’inizio di un ricambio generazionale, vista la giovane età. Qual’è la tua valutazione di questa prima esperienza?
Il “Porcellum” è stata una disgrazia, non solo per gli elettori, ma anche per noi, per me…infatti per tutti questi anni questa macchia, ha impedito di riconoscere anche chi tra i parlamentari ha lavorato con impegno, esperienza e competenza.
E’ dall’età di 18 anni che faccio politica e l’esperienza parlamentare mi ha permesso di “imparare” cosa vuole dire: legiferare, progettare e infine far approvare leggi.
Infatti, la soddisfazione più grande che mi porto a casa, è l’aver promosso e poi fatto approvare due leggi importanti riguardo ai giovani: sul “controesodo e circolazione dei giovani talenti” e per le donne: sulle quote di genere nella composizione dei Consigli di amministrazione”
In questi anni credo che anche questa legge, ha permesso di modificare la percezione dell’importanza delle donne nella società e nella politica. Se oggi il Pd ha il 40% di donne elette nel prossimo parlamento lo lo dobbiamo a tutte queste battaglie sulle pari opportunità. Insomma al “porcellum”, credo che le primarie e la presenza massiccia di giovani e donne, abbia dato una risposta che i cittadini elettori, spero, sapranno apprezzare.
…ma sulla parità di genere: nella composizione delle liste, alle primarie con la doppia preferenza, negli organismi del partito etc etc…non c’è il rischio che questo diventi un vincolo che penalizzi il merito e la competenze delle persone, al di là del genere al quale appartenga?
Premesso che il problema degli uomini e delle donne incompetenti o scelti secondo altri criteri c’’è sempre stato…la scelta di introdurre le “quote” non sono un fine ma un mezzo per scuotere un sistema “al maschile” bloccato. Le quote quindi sono un mezzo non un fine e vanno intese a termine. Sono convinta infatti che questo processo avviato è ormai irreversibile e nel tempo non ci sarà più bisogno di quote e di vincoli ma sarà il risultato di un processo naturale.
Restando alle tematiche delle quali ti sei occupata in parlamento e nel Pd…la vicenda “Ichino-Fassina”, ha tormentato, non poc,o il dibattito interno ed esterno riguardo alla riforma del mercato del lavoro, così come alcuni ritengono che il Pd abbia a volte un rapporto privilegiato e collaterale con un solo sindacato: la Cgil. Quali sono i tuoi pensieri al proposito?
Innanzitutto va detto, che la vicenda che ha riguardato Ichino e Fassina, è stata secondo me troppo ideologizzata e personalizzata, facendo perdere di vista i contenuti e le possibilità di sintesi. Detto questo, io per prima, ho ritenuto la proposta Ichino una proposta interessante e importante ma che poi ho verificato come una proposta “non attuabile” in una fase di crisi ma possibile solo in una condizione di crescita del paese.
Oggi abbiamo due grandi problemi: la crescente e drammatica disoccupazione e l’insorgere di nuovo e gravi povertà e nel contempo la mancanza di adeguati ammortizzatori sociali.
E’ sulla relazione crescita-lavoro e crisi-ammortizzatori che dovremo prioritariamente operare come Pd.
Rispetto al rapporto con i sindacati non ho dubbi: la relazione deve esserci con tutte le componenti sindacali…ma che il partito faccia il partito e il sindacato faccia il sindacato nelle reciproche autonomie di ruolo.
Rapporto con il territorio: l’elettorato si sente sempre più distante dall’eletto durante la legislatura e pur dandoti atto di una positiva presenza periodica con Monza e il nostro territorio, il problema c’è. Come intendi affrontarlo una volta eletta?
Innanzi tutto, credo sia necessario lavorare meglio e in maniera coordinata tra i diversi livelli degli eletti presenti nel territorio. C’è spesso dispersione e sovrapposizione è invece fondamentale una complementarietà che renda efficacia l’azione a favore del territorio, facendo ognuno la propria parte, in maniera cooperativa e coordinata.
Concordo con il fatto, che dopo le primarie, nelle quali i nostri elettori hanno indicato i propri parlamentari nel territorio, andrà rivista e rafforzata modalità e intensità di questa presenza.
Tra pochi giorni parte la campagna elettorale e in presenza di liste preordinate in termini di possibilità di elezione, si corrono due rischi: che i candidati non si sentano sufficientemente motivati ad essere presenti nel territorio o che operino individualmente e non in una logica di squadra. Come ti stai organizzando al proposito?
Abbiamo giusto solo 4 settimane di campagna elettorale e i tempi sono strettissimi.
Per questo, sto già rispondendo e calendarizzando una mia presenza nei territori Credo di organizzare da parte mia poche ma mirate iniziative, in particolare sulle tematiche delle donne e dei giovani, di essere presente nella campagna “mediatica” delle realtà locali, diaiutare e sostenere i nostri capilista regionali, in particolare nella relazione con la società civile.
Accolgo il vostro invito monzese, per una campagna che a Monza ci veda presenti come candidati al parlamento e in Regione, con iniziative che segnino una immagine e una sostanza di Pd come squadra.
La prossima sarà quasi certamente la tua seconda legislatura, dacci una risposta secca. Sarà l’ultima?
Si!
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