Una Monza in “silenzio” elettorale, una Monza…di solito “dormiente” anche rispetto ai più grossi interrogativi che la cronaca sociale e politica pone al nostro paese…questa volta ha risposto, questa volta si è svegliata..
Monza l’ha fatto Sabato mattina quando più di 1500 studenti hanno realizzato l’annuale “Marcia della legalità” dalla Villa Reale alla Cascina S.Fedele, mettendo al centro il ruolo dell’istruzione nel combattere il malaffare e per costruire una cultura della legalità, partendo dalle nuove generazioni.
Monza l’ha fatto nel pomeriggio sempre di Sabato come in tante città italiane sull’onda delle tragiche notizie provenienti da Brindisi e dove proprio una scuola era stata colpita da un attentato terroristico e che aveva spazzato via la giovane vita di Melissa Bassi.
In poche ora 600 persone si sono ritrovate in Piazza Roma e sotto le bandiere di Libera erano presenti anche i due Candidati a Sindaco di Monza.
Monza l’ha fatto Mercoledì mattino, davanti al tribunale per ricordare la strage di Capaci e la morte di Giovanni Falcone, con una iniziativa che aveva per slogan “un fiore contro la mafia”.
Sono stati tanti i cittadini che spontaneamente si sono recati a depositare il proprio fiore davanti al simbolo della Giustizia che è il Tribunale.
E’ stata anche la prima uscita spontanea ed ufficiale del nuovo Sindaco Roberto Scanagatti che ha scelto questa iniziativa per iniziare il suo difficile cammino per le strade di Monza.
Ci piace infine qui riportare il breve racconto avuto via email da un nostro simpatizzante che ha così descritto brevemente la propria presenza.
Ciao,
vi racconto quanto mi è successo oggi.
Non potendo esserci tra le 12 e le 15 per motivi di lavoro, ho accompagnato mio figlio a scuola e sono passato dal tribunale alle 8.
Parcheggio la bici, mi avvicino alla scalinata, ma non so bene dove mettere la mia rosa rossa sulle ampie pietre pulite dei gradini.
Così chiedo al carabiniere e alla custode spiegando che volevo lasciarlo per la manifestazione di oggi alla quale non avrei potuto partecipare. Dopo un breve parlamentare decidono di chiedere alla Presidente del Tribunale.
Saliamo negli uffici a quell’ora ancora vuoti fino nell’anticamera dalla Presidente. Esce incuriosita, vede il fiore mi chiede di poterlo lasciare a lei. “Lei è rappresentante di…” dice, poi si ferma. Le dico che sono un cittadino che voleva ricordare questa data.“E’ gentile, il primo fiore della giornata. La ringrazio davvero per la vicinanza”. Ci siamo guardati negli occhi. Lei e la sua segretaria avevano gli occhi lucidi, come se fosse successo ieri. Non siamo riusciti a dirci altro. Ci siamo stretti la mano e sono uscito in silenzio con un nodo in gola.
Sulla via del ritorno ho pensato al grande palazzo di pietra, alle persone che lo abitano. Al lavoro silenzioso che ogni giorno si svolge per dare senso alla parola “giustizia”.
Fabio Minazzi
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