L’ultima situazione demografica rilevata dall’Ufficio Statistica del Comune ha dato risultati sorprendenti solo per chi non conosce il trend nazionale, da anni orientato in un certo senso e già oggetto di interpretazioni sociologiche. Monza non è un’isola più o meno felice, segue lo stesso “andazzo”.
Cresce il numero delle “famiglie”, ma soprattutto per effetto di quelle mononucleari, e cresce il numero degli stranieri in città.
Come ovunque nei centri urbani italiani, si diceva.
Forniamo qualche numero a supporto. Innanzitutto i residenti totali a Monza sono poco più di 123mila (circa 300 in più dell’anno precedente). Di questi il 52% donne e 48% uomini, con età media 45 anni (in crescita). Le nascite si attestano sul migliaio all’anno (1 su 4 è figlio di stranieri) ma il saldo nascite-morti è negativo per circa 80 unità all’anno. Ciò significa, vista la seppur leggera crescita della popolazione, che esiste un certo flusso migratorio dall’esterno del Comune.
Le famiglie iscritte all’Anagrafe sono circa 55mila, ma di queste il 35% è costituito di un solo componente e il 30% di due, quindi famiglie sempre più “sottili”. Quelle con tre componenti sono il 18%; il resto sono famiglie di 4 o più persone.
Gli stranieri sono più di 14mila, con un incremento di più di mille unità rispetto all’anno precedente e quindi è soprattutto merito loro il saldo attivo tra un anno e l’altro.
Tra le varie nazionalità (sono una ventina) si distinguono i romeni (circa 1700), i peruviani (1200), gli ecuadoriani (1200), gli albanesi (1200), gli egiziani (1100), i bengalesi (1000) e i cingalesi (900). L’impatto della presenza degli stranieri è data anche dall’esame dell’arco di tempo 2000 – 2011: nel 2000 gli italiani residenti erano 117mila e gli stranieri 3700; nel 2011 italiani a 109mila e stranieri, come detto sopra , 14mila.
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