Martedì 6.9 sarà sciopero generale in tutto il paese indetto dalla Cgil, sciopero contro la manovra finanziaria del governo che ancora una volta va a colpire i lavoratori e le fasce deboli della cittadinanza, .in particolare con il taglio dei servizi essenziali nei territori.
Una manovra che secondo la Cgil, vede anche l’assenza di qualsiasi intervento che vada nella direzione di riprendere crescita, sviluppo e occupazione.
Lo sciopero generale per la Cgil sarà anche l’occasione, per presentare le proprie proposte che prevede tra le altre la necessità di un piano strutturale di lotta all’evasione (oggi pari a 130
miliardi di euro); un’imposta straordinaria sui grandi immobili (potrebbe buttare fino a 12 miliardi di euro); l’introduzione di un’imposta ordinaria sulle grandi ricchezze, superiori a 800.000 euro (gettito potenziale 15 miliardi all’anno); la riduzione strutturale dei costi della politica (emolumenti, vitalizi, auto blu….) da subito, con tagli lineari.
A Monza il 6 settembre la manifestazione provinciale della CGIL partirà alle 9.30 da piazza Castello (dietro la stazione FF SS) per concludersi alle 11.30 in Piazza S.Paolo con i comizi
conclusivi di Maurizio Laini e Fulvia Colombini della segreteria della CGIL Lombardia.
In settimana è stata resa pubblica anche una lettera del Segretario generale della Fim Cisl Brianza Gigi Redaelli.
Nella lettera a Bonanni, Redaelli sollecita la Cisl nazionale a riprendere con forza una mobilitazione unitaria che non escluda lo strumento dello sciopero.
“I lavoratori fanno sempre più fatica a scioperare, molti fanno la cassa integrazione e una giornata di sciopero pesa sicuramente sul bilancio familiare, ma lo sciopero non può uscire dagli strumenti che un sindacato come la Cisl può mettere in campo. - aggiunge Redaelli - La manovra è ingiusta, hanno tolto anche il contributo di solidarietà e l'articolo 8 è irricevibile.
Non si capisce nemmeno perché Sacconi abbia voluto introdurlo e perché sia stato proposto proprio in un momento come questo. Un conto sono le misure per l'emersione del lavoro nero un altro costruirsi un attrezzo per insediare nelle fabbriche i sindacati gialli”.
Infine la Fim Cisl ricorda la gravità della crisi che colpisce anche la nostra zona: “esistono più di 200 aziende metalmeccaniche che fanno ricorso alla cassa integrazione. Il dato è in calo rispetto al 2009 quando le aziende a far ricorso a questo strumento erano più di 500 - spiega Readelli - . Nel frattempo però la situazione non si è sempre risolta positivamente, molte aziende sono fallite e molte hanno deciso di mettere i lavoratori in mobilità. Esistono poi delle realtà piccole al di sotto dei 15 dipendenti che sfuggono al nostro monitoraggio e a cui arriviamo quando i lavoratori ci chiedono consiglio sul da farsi con la lettera di licenziamento già in mano. Questa manovra pesa ancora di più su di loro”.
Certamente una lettera importante, che va nella direzione di voler ricostruire un tessuto unitario indispensabile affinché il sindacato possa davvero incidere sulle scelte economiche e sociali del nostro paese.
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