Le 5 parole di Dario
Un partito che coltiva le diversità culturali al suo interno come una ricchezza, ma che cerca e trova la sintesi. Un partito laico e plurale. Un partito che fa della contaminazione tra le visioni del mondo e le culture politiche al proprio interno, un argine efficace contro tutti gli integralismi e i fondamentalismi, religiosi come ideologici.
E soprattutto un partito aperto. Che spalanca i propri gruppi dirigenti a quelle persone, soprattutto a quei giovani e quelle donne, che non hanno appartenenze precedenti e che hanno scelto di cominciare il loro impegno politico con il PD.
Un partito in cui il rinnovamento necessario dei gruppi dirigenti non ha nulla a che vedere col "nuovismo" scelto dall'alto, ma significa valorizzare e investire sull'esperienza e sul radicamento territoriale di sindaci, di amministratori, di segretari provinciali e coordinatori di circolo, di parlamentari e quadri del partito.
Un partito che difende come oro la forza dei propri militanti, ma che sa anche che nella società di questo secolo esistono altre forme di partecipazione a un progetto politico, meno stabili ma non per questo meno vere e appassionate. Un partito capace di affiancare nelle sue scelte gli iscritti e gli elettori, attraverso lo strumento irrinunciabile delle primarie.
Poi un partito nazionale e federale insieme che, dentro una missione unitaria, lasci ai partiti regionali risorse finanziarie, autonomia politica e statutaria nella scelta del modello organizzativo, delle alleanze, dei candidati, delle priorità programmatiche.
Un partito infine radicato sul territorio, che vuole avere un circolo in ogni paese, in ogni quartiere con una sede aperta. Circoli che non siano solo luoghi per misurare i rapporti di forza nei congressi o per comporre organi e giunte, ma che si occupino del territorio e dei problemi delle comunità locali in cui sono. Circoli come antenne per ascoltare e capire l'Italia. Circoli che sono nati liberi e vogliono restare liberi.
Un Patto con i Circoli: questa è la mia proposta per il congresso. Un Patto che rispetti la pluralità di culture che arricchiscono il partito. Che non le teme. Che non cerca di fare prevalere una identità sulle altre.
Sarà mia la responsabilità di fare sintesi, e di trasformare in un messaggio condiviso e unico questa varietà di posizioni. Che sono però la migliore garanzia che il Partito Democratico resterà fedele all'idea che l'ha fatto nascere.
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