Soffrono gli esercizi commerciali che hanno visto una consistente diminuazione di clientela poco invogliata alle code e alla gimkana automobilistica (“E’ impossibile restare aperti in queste condizioni ancora per due anni”, “Non si avvisa che in una strada chiusa al traffico ci sono comunque attività commerciali o di servizio”).
Soffrono gli abitanti intorno al viale, di S. Fruttuoso e di Triante (“Chiudono le strade senza dire niente. Di punto in bianco bisogna cercare percorsi alternativi…”, “Le strade sono impraticabili, ma il divieto di sosta è operante, con multe annesse”).
Soffrono i numerosi pendolari tra Milano e il Nord Brianzolo per i quali raggiungere il proprio posto di lavoro o spostarsi per lo svolgimento della propria attività è diventato un incubo (“Le deviazioni, i blocchi, le chiusure, non se ne può più”, “Per lavoro debbo necessariamente attraversare il cantiere. Per il resto rinuncio, per esempio ad andare a Milano”).
L’ultima chicca è di qualche giorno fa: gli automobilisti che arrivavano al Rondò dei Pini dalla Villa Reale o dal viale Elvezia per imboccare l’inizio di viale Lombardia verso Milano hanno trovato il cartello “Strada chiusa. Eccetto residenti”. Chiuso l’unico tratto non ancora interessato dai lavori e che permetteva l’inoltro verso Milano, sia pure attraverso il cantiere.
Risultato scontato: traffico impazzito ancora di più e affannosa ricerca di vie alternative per strade e stradine tra Monza e Muggiò. Si può continuare così? E fino a quando?
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