Anche la Provincia di Monza e Brianza è interessata da una delle conseguenze delle rivolte del Nordafrica e dalla guerra civile in Libia: l’emigrazione da quei Paesi ha un motivo in più per rafforzarsi.
Non solo la ricerca di lavoro e di condizioni di vita migliori, ma anche la fuga da conflitti che mettono direttamente in pericolo la vita.
I profughi, perchè questo è il connotato degli attuali migranti, vengono distribuiti in tutto il territorio nazionale, e anche la Brianza è richiesta di contribuire.
Sono già più di 30 quelli ospitati tra Monza, Lissone, Brugherio e Vimercate, e ne sono previsti altri 200
A Monza una quindicina sono alloggiati già da un mese in Cascina Costa Alta, altri presso la croce Rossa e un piccolo gruppo in un albergo di Monza. Da questa settimana la Provincia di MB ha messo a disposizione la Casa Cantoniera di S.Albino per altre 15 persone..
Il prefetto di Monza, Saccone, si aspetta nuove richieste di ospitalità a breve, e si prepara a reperire le disponibilità necessarie. Finora i problemi sono stati risolti con l’impegno delle associazioni di volontariato, ma, col crescere dei numeri, sarà necessario un impegno diretto delle istituzioni. Si dovrà prevedere, oltre al soddisfacimento dei bisogni primari (vitto e alloggio), anche una procedura di inserimento sociale che comprenda l’apprendimento della lingua italiana.
Malgrado le continue sollecitazioni del Pd in aula, ancora una volta il grande assente è il Comune di Monza, in particolare il Sindaco di Monza, che dopo avere affermato che a in città non c’erano spazi di accoglienza è stato smentito dalle prime soluzioni predisposte dal Prefetto, Provincia e associazioni di volontariato.
Sindaco e Giunta , non si sono sentite nemmeno in dovere di andare a far visita ai profughi presenti in città, con Mariani che in quanto Presidente dell’Assemblea dei Sindaci della Brianza non ha ancora convocato l’organismo che nel nostro territorio brianteo dovrebbe coordinare e sovrintendere gli interventi.
Report